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L’Onu dice stop a nuovi insediamenti di Israele grazie a storica astensione degli Usa

Ira di Tel Aviv contro Obama: “Il maggiore alleato ci ha abbandonato”. Trump però promette: ” All’Onu le cose cambieranno quando ci sarà io”
A cura di Antonio Palma
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Con una decisione destinata far discutere, l'Onu ha imposto ad Israele lo stop a qualsiasi nuovo insediamento di coloni nei territori palestinesi occupati, inclusa Gerusalemme est. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite infatti ha approvato questa sera una risoluzione che chiede ad Israele di porre fine alla sua politica di insediamenti ribadendo la necessità della creazione di uno Stato palestinese per risolvere il conflitto in Medio Oriente. L'approvazione della mozione è stata possibile perché i delegati degli Stati Uniti per la prima volta si sono astenuti rinunciando al loro potere di veto che avrebbe bloccato il provvedimento.

Una decisione che ovviamente ha scatenato le ire del governo di Tel Aviv che da tempo accusa gli Usa e soprattutto l'amministrazione Obama di aver abbandonato Israele.  Il sostegno degli Usa per Israele "non è mai mancato, ma l'astensione è per difendere la soluzione dei due Stati" ha spiegato l'ambasciatrice Usa all'Onu, Samantha Power, ricordando che  la continua costruzione di insediamenti "mina seriamente la stessa sicurezza di Israele".  "Gli Stati Uniti hanno inviato sia privatamente che pubblicamente per quasi cinque decenni il messaggio che le colonie devono cessare di esistere", ha proseguito Power, aggiungendo: "Non si può simultaneamente difendere l'espansione degli insediamenti e difendere la soluzione praticabile dei due popoli, due Stati per arrivare alla fine del conflitto. Si doveva fare una scelta tra colonie e separazione".

La risoluzione infatti ribadisce che gli insediamenti "costituiscono una flagrante violazione del diritto internazionale e un grande ostacolo per costruire la soluzione dei due stati, così come una pace giusta, duratura e completa" e inoltre ricorda che non verrò riconoscerà alcuna modifica alle linee di confine stabilite prima della guerra dei sei giorni. Allo stesso tempo l'Onu chiede l’adozione di misure per impedire "tutti gli atti di violenza contro i civili, inclusi gli attentati terroristici" e condanna l’incitazione all’odio.

"Né il Consiglio di sicurezza dell'Onu né l'Unesco possono spezzare il legame fra il popolo di Israele e la terra di Israele", ha affermato invece senza mezze misure l'ambasciatore di Israele presso il Palazzo di Vetro, Danny Danon, aggiungendo: "Ci si attendeva che il maggiore alleato agisse in linea con i valori che condividiamo e che mettesse il veto su una scandalosa risoluzione. Non ho dubbi sul fatto che la nuova amministrazione americana e il nuovo segretario generale dell'Onu apriranno una nuova era in termini di relazioni dell'Onu con Israele". E in effetti la risposta di Donald Trump non si è fatta attendere. Il nuovo Presidente Usa, attraverso Twitter, infatti ha ricordato: "All'Onu le cose cambieranno dopo il 20 gennaio", cioè quando sarà lui in carica alla Casa Bianca.

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