In Islanda la blasfemia è legale
La blasfemia non sarà più reato in Islanda. A darne notizia è l'emittente televisiva britannica Bbc. A proporre l'abrogazione è stato il Partito Pirata, che ha avuto la meglio sulla maggioranza parlamentare. Così, dopo oltre 70 anni, la legge che prevedeva una sanzione pecuniaria e fino a tre mesi di carcere per chi pronunciasse in pubblico espressioni blasfeme, non verrà più applicata. Dal 1940, infatti, in Islanda era vietato "insultare o ridicolizzare la fede o le credenze di una comunità religiosa legalmente esistente", ma dallo scorso 2 luglio non è più reato.
L'Islanda quindi, dopo numerose contestazioni da parte dell'Ocse e del Consiglio d'Europa, ha acconsentito a cancellare una legge ritenuta "illiberale" e ha approvato l'abrogazione del reato di blasfemia sostituendo la vecchia legge con "la libertà d’espressione è uno dei fondamenti della democrazia. È fondamentale vivere in una società dove le persone sono in grado di esprimersi liberamente senza timore di ricevere una punizione, da parte dello stato o di altri individui".
La proposta di abrogazione del reato di blasfemia era stata portata in Parlamento dal Partito Pirata all'indomani dell'attacco terroristico alla redazione giornalistica parigina del settimanale satirico Charlie Hebdo. Un segnale di libertà, secondo i parlamentari proponenti: "È essenziale in una società libera che il pubblico si possa esprimere senza paura di essere punito", si legge nel testo che accompagnava la proposta di legge.
La Chiesa luterana si è detta favorevole all'abrogazione perché "qualsiasi potere costituito che limita la libertà d’espressione in quel modo è contrario alla nozione moderna secondo cui la libertà d’espressione è uno dei princìpi fondamentali della democrazia", mentre la Chiesa Cattolica e la Chiesa Pentecostale si sono opposte alla legalizzazione della blasfemia.