L’Isis rivendica l’attentato alla chiesa copta del Cairo: il momento dell’esplosione
L’attentato kamikaze che ha fatto 25 vittime e un cinquantina di feriti nella cattedrale copta di San Marco, al Cairo, è stato rivendicato dall’Isis. Grazie a Dio il fratello kamikaze Abu Abdullah El Masri si è diretto verso un tempio dei cristiani nel complesso della cattedrale nel quartiere di Abbassyah nel centro del Cairo. Si è posto al centro di un raduno di crociati e ha fatto esplodere la sua cintura esplosiva causando 80 tra morti e feriti”. Comincia così il messaggio dei jihadisti intitolato ‘80 crociati tra morti e feriti in una operazione martirio nel centro del Cairo’, diffuso via Twitter per rivendicare la strage avvenuta nella cappella di San Pietro e Paolo (Boutroseya in egiziano), nella capitale dell’Egitto. “Tutti gli apostati in Egitto e dovunque nel mondo – continua il testo, sovrastato da un piccolo rombo rosso nel quale è scritto, in inglese ‘Islamic State’ – devono sapere che la nostra guerra contro l'apostasia continuerà e che lo stato del califfato sarà insediato e continuerà a bruciare i loro corpi e a far colare il loro sangue per evitare la sedizione e che tutte le religioni saranno per un solo dio? Grazie a Dio? Dio del mondo intero?”.
Le autorità egiziane hanno identificato l'attentatore kamikaze: si tratta del 22enne Mahmoud Shafik Mohamed Mostafa(il nome del terrorista che l'Isis ha indicato col nome di battaglia Abu Abdullah El Masri). La polizia è riuscito a risalire all’uomo grazie ad un filmato registrato da telecamere della videosorveglianza della chiesa e da frammenti del suo corpo, raccolti nel tempio. Ci sarebbero stati anche quattro arresti, mentre altre due persone sono ricercate. L'episodio ha provocato sgomento nella minoranza copta d'Egitto, che costituisce circa il 10% degli oltre 90 milioni di abitanti, mentre il resto pratica la religione musulmana.