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L’Infanta Cristina ammette: “Ho usato fondi per spese personali”

La secondogenita del Re Juan Carlos, dopo 7 ore di interrogatorio, ha ammesso di aver usato fondi pubblici per spese personali. Ma aggiunge: “Non sapevo se provenissero dalla Aizoon”, l’azienda del marito.
A cura di Andrea Parrella
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Iniziano ad esserci alcuni risvolti sull'inchiesta riguardante l’Infanta Cristina, secondogenita del Re di Spagna Juan Carlos, indagata dal Tribunale di palma de Mallorca e chiamata oggi ad un interrogatorio durato 7 ore in cui doveva delucidazioni in merito alla sua posizione riguardante un'inchiesta per frode fiscale e riciclaggio. E' stata citata infatti in giudizio dal giudice istruttore ed è la prima volta che un membro della famiglia reale spagnola viene indagato da quando Juan Carlos sventò il colpo di stato, organizzato da elementi della Guardia Civil e dell'esercito, transitando così la Spagna verso la democrazia .

L’inchiesta è la stessa che vede già coinvolto il marito di Cristina, l’ex giocatore di pallamano Inaki Urdangarin, come principale imputato e riguarda il caso della fondazione Noos per la promozione dello sport. In particolare i giudici attraverso questa indagine giudiziaria cercano di fare luce sui circa sei milioni di euro di denaro pubblico destinato per la promozione dello sport e scomparso tra false consulenze dalle casse della società Aizoon e dell’Istituto Noos facente capo proprio a Urdangarin. Insieme a quest’ultimo sono indagati anche il suo socio Diego Torres e la moglie di questi.

Nell'interrogatorio di quest'oggi, sulla base di quanto comunicano le agenzie di stampa, l'infanta avrebbe fatto alcune ammissioni, confermando di aver utilizzato diversi fondi per spese personali, ma di non sapere se provenissero dalla Aizoon, la società compartecipata con il marito. Lei ha spiegato di non non essersi mai interessata dell'azienda; aveva accettato di farne parte solo "per amore" di suo marito.

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