L’Etiopia vieta le adozioni: “Mai più i nostri figli a coppie straniere”. 85 italiane a rischio
Il parlamento etiope ha dato il via libera alla legge che vieta le adozioni da parte di coppie straniere. Il testo varato dal parlamento sottolinea che orfani e ragazzi vulnerabili vanno "difesi e tutelati da abusi all'estero", affidandone la cura a "meccanismi locali di sostegno". A ufficializzare la notizia è stato il sito governativo Fana Broadcasting Corporate, che ha riferito di "reazioni miste tra i parlamentari" al divieto. Alcuni hanno infatti definito la misura "inappropriata", a fronte dell'assenza di centri adeguati per le cure dei minori; altri hanno invece evidenziato il fatto che questo divieto aiuterà ad alleviare i problemi di identità e psicologici dei bimbi. Quello dell'adozione dei bambini etiopici da parte di coppie straniere era un argomento al centro di un acceso dibattito nel Paese dopo che nel 2013 una ragazzina di 13 anni è morta negli Stati Uniti e i genitori adottivi sono stati condannati per omicidio colposo. L'Etiopia è una destinazione molto richiesta da potenziali famiglie adottive straniere, come fu il caso per la coppia Brad Pitt-Angelina Jolie.
Che la situazione fosse decisamente indirizzata a una chiusura delle adozioni lo dimostra anche una lettera inviata a giugno dall'ambasciata italiana a Addis Abeba, che aveva scritto agli enti autorizzati alle adozioni nel paese comunicando che il governo aveva indetto la sospensione a tempo indeterminato. La CAI, Commissione per le adozioni internazionali, due mesi fa "aveva dato disposizione agli enti italiani autorizzati affinché non assumessero ulteriori incarichi da parte di famiglie desiderose di adottare in Etiopia e non proponessero nuovi abbinamenti alle famiglie già in carico", dal momento che il paese africano presentava ormai una "situazione di estrema incertezza concernente la definizione degli iter adottivi". Laura Laera, vicepresidente della CAI, ha aggiunto: "Sull’Etiopia ci sono 85 depositi, che significa coppie instradate, di cui 21 hanno un abbinamento, questo secondo i dati in nostro possesso, ce ne può essere qualcuna in più che gli enti non ci hanno ancora comunicato". Per sapere il destino di queste famiglie italiane "è fondamentale ora vedere il testo della legge approvata".