video suggerito
video suggerito

L’Australia dice sì al matrimonio gay

Al referendum non vincolante per l’introduzione del matrimonio gay in Australia, il 61.6% dei cittadini ha votato a favore dell’equiparazione degli istituti matrimoniali. Ora la palla passa al parlamento, che dovrà tradurre in legge il risultato referendario.
A cura di Charlotte Matteini
1 CONDIVISIONI
Immagine

L'Australia ha detto sì ai matrimoni gay. Nella giornata di mercoledì 15 novembre, il 61.6% dei cittadini australiani ha votato a favore dell'introduzione dell'istituto del matrimonio omosessuale. Molto alta l'affluenza al referendum non vincolante, il cui risultato dovrà ora essere recepito dal Parlamento: alle urne si è presentato il 79.5% degli aventi diritto al voto, circa 12,7 milioni di cittadini. La consultazione si è svolta per posta ed è durata circa due mesi.

In questo lasso di tempo, milioni di australiani si sono espressi sul tema proposto e a maggioranza hanno deciso di votare a favore del matrimonio gay. Stante il risultato della consultazione, sebbene non vincolante, il primo ministro Malcolm Turnbull (Conservatore) ha preso atto della volontà popolare espressa e auspicato che la l'attuale legge sia modificata entro Natale. "Gli australiani si sono espressi a milioni e hanno votato a grande maggioranza per l’uguaglianza di fronte al matrimonio. Hanno votato per la giustizia, l’impegno e l’amore”, ha commentato il primo ministro australiano apprendendo il risultato del voto.

Sebbene Turnbull sia dei conservatori, sembra comunque intenzionato a prendere concretamente atto del voto referendario e il messaggio lanciato in conferenza stampa sembra essere più diretto ai propri compagni di partito che non ai cittadini, come fosse una sorta di avvertimento. Turnbull, infatti, aveva promesso il referendum sui matrimoni gay quando è diventato premier, nel 2015, al posto di Tony Abbott, anche lui conservatore. Nel 2004, un emendamento alla legge rese esplicitamente illegale l'istituto del matrimonio gay, dunque per questo motivo si è reso necessario un referendum per avviare l'iter di comparazione degli istituti matrimoniali.

Durante un comizio a Melbourne, il leader laburista australiano, Bill Shorten, ha esultato per il risultato referendario: “Che giorno favoloso per essere un australiano. Oggi celebriamo, domani legiferiamo”. Il provvedimento ora dovrà essere presentato in Senato e Shorten ha offerto il sostegno dell’opposizione per farlo passare.

1 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views