L’attentatore di Boston condannato a morte, ma è in vigore la moratoria sulle esecuzioni
L’attentatore della maratona di Boston Dzhokhar Tsarnaev è stato condannato a morte ieri da una Corte federale di Boston tra la soddisfazione dei parenti delle vittime e quella dei procuratori federali, ma per la sua esecuzione non ci saranno certamente tempi brevi. Negli Usa infatti è ancora in vigore una moratoria delle esecuzioni federali ordinata dal dipartimento di Giustizia per rivedere le procedure di attuazione dell'iniezione letale. La moratoria è scattata dopo che l'uso di alcuni farmaci ha provocato la morte di alcuni condannati solo dopo atroci sofferenze. Negli Stati Uniti infatti si stanno facendo i conti con la mancanza di farmaci adatti per il cocktail letale dopo che l'Europa ne ha bloccato l'esportazione per impedire appunto che venissero usati per le esecuzioni. Gli stati americani per le loro esecuzioni hanno cercato di trovare altri farmaci che però si sono rivelati pericolosi e sono finiti sotto accusa.
Rimane quindi il problema dei farmaci da usare per l'iniezione letale anche se la revisione dovesse confermare le attuali procedure. Del resto le camere della morte federali, a differenza dei quelle dei singoli Stati, sono molto meno usate e sono ancora diversi i condannati in attesa dell'esecuzione. Con il 21enne di origine cecena infatti sono 62 i condannati a morte dai tribunali federali, oltre la metà dei quali condannati da almeno 10 anni e una decina ancora prima del 2000, che ancora attendono la loro sorte. Da quando la pena di morte è stata reinserita nel codice penale federale nel 1988 infatti sono stati solo tre le esecuzioni, tutte per iniezione letale.
