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L’appello delle associazioni umanitarie: “Salvate Ghina, ha bisogno di cure in Siria”

La bambina è stata colpita da un proiettile, che le ha provocato la frattura dell’anca. Ha bisogno di essere operata d’urgenza, ma le autorità siriane impediscono il trasporto all’ospedale di Damasco.
A cura di C. M.
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Dalla Siria non arrivano solo notizie positive come la cacciata di Daesh da Manbij e dalla libica Sirte , ma anche i racconti delle tragedie vissute dai civili che loro malgrado si trovano a vivere nelle zone in cui si concentrano le offensive militari. Una di queste storie riguarda Ghina Ammad Wadi, una bambina di 11 anni che lo scorso 2 agosto, a Madaya, borgo nei pressi di Damasco e territorio conquistato dai ribelli pochi mesi fa, è stata colpita all'anca da un cecchino del regime mentre stava andando a comprare dei farmaci per la madre.

Il proiettile che l'ha improvvisamente colpita le ha frantumato il bacino, provocandole dolori lancinanti che i medicinali antidolorifici disponibili in quella zona della Siria non riesco a lenire. In più Ghina, a causa della grave ferita riportata, andrebbe trasportata al più presto nell'ospedale di Damasco o Amman per essere operata d'urgenza, ma fino ad ora le autorità siriane si sono rifiutate di concederle il permesso di lasciare la cittadina.

Non appena saputo che cosa stava passando la nipotina, Fadah Jassan – zia di Ghina esule a Londra – si è subito messa in contatto con una serie di associazioni umanitarie, tra cui Amnesty International, lanciando un appello alla comunità internazionale affinché si mobilitasse per aiutare la piccola. "Ci siamo rivolti al gruppo di lavoro sugli aiuti umanitari delle Nazioni Unite affinché faccia tutto il possibile per trasferire Ghina in un ospedale dove possa essere operata", ha dichiarato Kristyan Benedict, operatore di Amnesty International. "Abbiamo anche chiesto a Russia e Stati Uniti di fare pressione su Damasco che ancora si oppone all'evacuazione della piccola", ha proseguito Benedict. "Mi sono rivolta agli inglesi perché vivo a Londra, ma supplico tutte le grandi potenze di intervenire per far uscire Ghina da Madaya, perché più passa il tempo più la situazione peggiora e c'è un forte rischio di un'infezione ossea e di setticemia", ha raccontato la zia di Ghina, Fadah Jassan.

Intanto a Manbij, nel nord del Paese, le Forze democratiche siriane hanno confermato di avere preso ieri il completo controllo della città, impedendo così l'accesso alla principale via per i rifornimenti alla roccaforte dello Stato Islamico, la città siriana Raqqa. Le forze curde hanno inoltre confermato la liberazione degli oltre 2mila civili che Isis deteneva in ostaggio, impiegandoli come scudi umani in caso di attacco militare.

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