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L’alpinista Ueli Steck muore sull’Everest: il suo corpo recuperato a pezzi dai soccorritori

L’alpinista svizzero Ueli Steck è stato ritrovato morto sull’Everest. Il 41enne, conosciuto con il nome di “Swiss Machine”, è rimasto vittima di un incidente nei pressi del campo 1. Secondo le prime indiscrezioni sarebbe scivolato mentre cercava di scalare il pendio ghiacciato di Nuptse.
A cura di C. M.
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L'alpinista svizzero Ueli Steck è stato trovato morto nei pressi del campo 1 della via nepalese dell'Everest. Secondo quanto riporta il portale "The himalayan times", il 41enne, conosciuto nel mondo dell'alpinismo con l'appellativo di "Swiss machine" per i suoi record, sarebbe rimasto vittima di un incidente e sarebbe stato recuperato da un gruppo composto da 6 soccorritori questa mattina, dopo ore di incessanti ricerche nella zona. Secondo le prime indiscrezioni, Steck sarebbe scivolato mentre cercava di affrontare il pendio ghiacciato di Nuptse: “La squadra ha raccolto i resti sparsi del corpo dello scalatore”, racconta il portale nepalese. Il corpo di Ueli Steck è stato trasferito momentaneamente a Kathmandu. Sembra che a lanciare l’allarme siano stati alcuni alpinisti presenti nel campo 1 che hanno assistito alla caduta del 41enne svizzero. Steck, però, non era il solo alpinista presente in zona, dunque l'iniziale allarme è rimasto per molto ore piuttosto generico e fino all'ultimo sono rimaste sconosciute le generalità della vittima.

Era però nota da tempo l'intenzione dell'alpinista svizzero, che era giunto sull'Everest proprio per tentare la scalata della parete di Nuptes in preparazione della traversata Everest-Lhotse. L'alpinista si stava infatti allenando seguendo un particolare sistema di acclimatazione, diverso da quello tradizionalmente utilizzato dai colleghi alpinisti: Steck preferiva puntare su veloci e ripetute salite fino a quota 7000 e altrettanto veloci ritorni al campo base, senza quindi passare notti ai campi alti. Era già stato una volta a campo 2 della via normale e un’altra ancora a fare un sopralluogo verso la Cresta Ovest dell’Everest, percorso che voleva seguire per raggiungere l’Hornbein Couloir, dal quale arrivare in cima alla vetta per poi scendere a Colle Sud e di lì raggiungere la cima del Lhotse lungo la via fatta da Denis Urubko. Il riconoscimento del corpo di Steck è stato condotto in un primo tempo sulla base dei resti via via rinvenuti lungo il percorso. Si ipotizza che al momento dell'incidente stesse salendo, probabilmente in velocità, senza proteggersi e che, a quanto pare, fosse da solo.

Il percorso di Ueli Steck

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Ueli Steck era giunto sull'Everest per affrontare la traversata Everest-Lhotse. Nella fotografia il percorso che l'alpinista avrebbe dovuto percorrere: da campo due della via normale nepalese a sinistra verso la Cresta Ovest, poi l’Hornbein Couloir e la vetta dell’Everest con discesa a campo 4 (Colle Sud) e poi, infine, da lì, lungo la Cresta fino alla vetta del Lhotse e discesa per la via normale.

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