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L’87enne dittatore Rios Montt condannato a 80 anni di carcere

Accusato di genocidio e crimini contro l’umanità per l’uccisione di 1771 indigeni maya della comunità Ixil, Montt si è difeso definendo “politica” la sentenza espressa dal giudice Jazmin Barrios.
A cura di Redazione
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L'ottasettenne generale guatemalteco Josè Efraim Rios Montt è stato condannato ad 80 anni di carcere con l'accusa di genocidio e crimini contro l'umanità. L'ex dittatore è stato infatti riconosciuto colpevole dello sterminio, eseguito in 15 operazioni militari, di 1771 indigeni maya della comunità Ixil. A commento della sentenza, Rios Montt ha definito la decisione del tribunale "un processo politico, ho soltanto seguito la legge". Lo sterminio dei maya rispondeva, secondo il giudice Jazmin Barrios, ad una strategia precisa comprovata dalle modalità di uccisione e dall'occultamento dei cadaveri in cimiteri clandestini. I corpi delle vittime, infatti, sono stati rinvenuti nei pressi dei fiumi Schel e Chajul e riportavano ferite al petto e alla testa. Pertanto, ha concluso lo stesso giudice leggendo la sentenza, "In Guatemala è stato compiuto sistematicamente un genocidio ai danni della popolazione maya Ixil". Josè Efraim Rios Montt, dopo aver vinto le elezioni nel 1974, venne deposto da un golpe, ma tornò nuovamente al governo con un colpo di stato nel 1982. Il suo governo durò poco più di un anno, poiché già nel 1983 l'ennesimo golpe lo depose. L'instabilità politica espressa a colpi di stato era il frutto di una guerra civile durata 36 anni, tra i quali il periodo di governo del generale Rios Montt rappresenta per l'accusa quello più cupo. Il generale Jose Maurcio Rodriguez, capo dei servizi segreti all'epoca di Rios Montt, è stato invece assolto.

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