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Kuşköy, il “villaggio degli uccelli” in Turchia, dove gli abitanti fischiettano invece di parlare

Nel mondo ci sono 7.111 lingue. Tra queste ce n’è sicuramente una un po’ diverse dalle altre. Nell’epoca delle tecnologie esiste infatti un villaggio sul mar Nero, in Turchia il cui nome è Kuşköy (che significa letteralmente “villaggio degli uccelli”) dove gli abitanti per comunicare fischiettano invece di parlare. Lo Youtuber Ruhi Çenet è andato lì per capire come funziona.
A cura di Biagio Chiariello
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La signora Muazzez parla fischiando con una vicina, dal documentario di Ruhi Çenet
La signora Muazzez parla fischiando con una vicina, dal documentario di Ruhi Çenet

Nell'epoca di Whatsapp, Facebook e TikTok esiste un villaggio sul Mar Nero, in Turchia, dove gli abitanti sono stati in grado di comunicare su lunghe distanze centinaia di anni prima dell'invenzione dei cellulari.

Kuşköy è un villaggio turco – situato nel distretto di Çanakçı, della provincia di Giresudi – di appena 400 abitanti che assomiglia a tanti altri villaggi rannicchiati tra le montagne. Ma non sono i paesaggi a contraddistinguerlo, bensì i suoni. Per generazioni, i residenti hanno conversato tra loro usando dei fischi o più specificamente il “kuş dili,” o “lingua degli uccelli”.

Dopo il posto più freddo, quello più caldo e quello più inquinato, il documentaria Ruhi Çenet è andato a visitarlo per capire come funziona. Kuşköy si trova nella zona orientale del Mar Nero, una regione collinare-montuosa, per cui l'insediamento è molto frammentato. Le case sono molto distanti l'una dall'altra. Gli abitanti, per evitare ore di cammino in un territorio accidentato e scosceso tra le cime montuose, hanno inventato il "linguaggio degli uccelli", una lingua utilizzata da almeno 10mila persone in queste aree della Turchia.

Il villaggio turco in cui si comunica fischiando

Il ‘kuş dili' è costituito da circa 20 note fischiate, ognuna basata su una sillaba in turco. Secondo gli abitanti del villaggio, il suono può estendersi fino a tre chilometri.
Viene utilizzato principalmente per questioni di ordine quotidiano, come l'invitare i vicini per il tè, chiedere aiuto nella raccolta dei campi, ma anche per annunciare arrivi al villaggio, funerali, nascite o matrimoni.

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O segnalare semplicemente al proprio figlio che il pranzo o la cena sono pronti, come dimostra la donna intervistata da Ruhi. "Prima non c'erano i telefoni, questo era l'unico modo di comunicare tra noi, è la nostra lingua e mi rende felice" dice la signora Muazzez, una donna intervistata dallo YouTuber. "Si può usare la lingua degli uccelli anche nelle relazioni amorose. Supponiamo che abbiate una fidanzata e non abbiate un telefono per chiamarla: ‘Vado alla racolta del tè della vicina, puoi venire ad aiutarmi? Ti va di vederci lì?', le fate un fischio. Una volta si faceva così" assicura la donna.

Dal documentario di Ruhi Çenet
Dal documentario di Ruhi Çenet

Il linguaggio degli uccelli rischia di scomparire

Kuşköy è stato raggiunto dall'elettricità solo negli anni Ottanta. Ed ora che praticamente tutti o quasi possiedono un cellulare, questo mezzo di comunicazione rischia di scomparire. Ecco perché si sta cercando di sensibilizzare i giovani ad impararlo e a tramandarlo con un vero e proprio corso di lingua degli uccelli.

Nel corso degli ultimi 15 anni, il villaggio ha tenuto un festival annuale per la promozione della lingua. Ci sono delle esibizioni di fischi e una gara tra i migliori “fischiettisti”. E nel 2017 anche per la sua salvaguardia, il kuş dili è diventato patrimonio culturale immateriale dell’Unesco da proteggere con priorità.

"Se la lingua degli uccelli scomparisse, sarei davvero triste. L'abbiamo ereditata dai nostri antenati. È così che parlavano i nostri bisnonni. Sarei triste, eccome!" ammette la signora Muazzez.

Il kuş dili e le altre lingue fischiettate

Il kuş dili non è sicuramente unico nel suo genere, perché nel mondo sono state recensite decine di linguaggi fischiati: circa 40 sono stati studiati, ma in tutto si arriva a 70 segnalati.

Una di queste è il ‘silbo', usato sull'isola Gomera, nelle Canarie. Si tratta di un'eredità proveniente dai berberi, che occupavano quella zona prima dell'arrivo degli spagnoli. Dal 1999 il suo insegnamento è diventato obbligatorio nelle scuole primarie. Esempi documentati ci sono stati anche nei remoti villaggi greci e nella foresta amazzonica.

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