Kiev, salgono a 12 i morti del raid russo. E Trump bacchetta Putin: “Non sono contento. Vladimir, fermati”

Sono stati necessari dodici morti, tutti civili, e novanta feriti per far esprimere da Donald Trump una (moderata) critica a Vladimir Putin: dopo l'attacco missilistico russo che ha preso di mira un edificio residenziale nel quartiere di Svyatoshynskyi, a Kiev, il presidente degli Stati Uniti ha affidato alla piattaforma Truth Social un commento alla strage: "Non sono contento degli attacchi russi su Kiev. Non necessari e con tempismo pessimo. Muoiono 5000 soldati a settimana. Vladimir, fermati! Facciamo in modo che l'accordo di pace si concluda", ha scritto Trump.

Il raid aereo è avvenuto poche ore dopo che Trump e i suoi principali collaboratori avevano chiesto a Kiev di accettare un piano elaborato dagli Stati Uniti che avallerebbe definitivamente le conquiste territoriali russe. Il "piano di pace" offriva inoltre all’Ucraina solo vaghe garanzie sulla sicurezza futura. Finora, Zelensky ha sempre affermato di non poter accettare tali condizioni, che equivarrebbero – secondo il presidente ucraino – a una resa incondizionata.
Da quando Donald Trump è tornato alla Casa Bianca lo scorso gennaio, l’approccio degli Stati Uniti alla guerra in Ucraina ha subito un netto cambio di rotta. L’amministrazione Trump, in discontinuità con la politica adottata sotto Joe Biden, ha cominciato a riprendere retoriche vicine al Cremlino, minacciando più volte di abbandonare il processo di pace.

Nell’ultima settimana, la Casa Bianca ha lanciato dichiarazioni sempre più dure, denunciando l’atteggiamento “intransigente” di entrambe le parti in conflitto. Mercoledì, i colloqui di pace previsti a Londra sono stati ridimensionati, dopo la decisione statunitense di non parteciparvi. In un post sui social media, Trump ha attaccato direttamente il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, definendolo “infiammatorio” e accusandolo di voler “prolungare il campo di morte”. La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha ribadito la linea presidenziale: “Il presidente è frustrato, la sua pazienza si sta esaurendo,” ha detto, puntando il dito contro la leadership ucraina, che a suo dire "sta andando nella direzione sbagliata".
Ma sul fronte, la realtà racconta tutt’altro. Il presidente Zelensky ha ricordato che già a marzo Kiev aveva accettato una proposta americana per un cessate il fuoco di 30 giorni, rifiutata da Vladimir Putin. L’unica tregua concessa da Mosca – quella per la domenica di Pasqua – è apparsa più un’operazione di immagine che un vero cessate il fuoco. In effetti, nelle principali città ucraine si è goduta una breve pausa dai bombardamenti, durata poco più di un giorno.