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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

Kfir è morto: il bimbo era simbolo degli ostaggi israeliani. Deceduti anche la mamma e il fratello

È morto sotto le bombe il piccolo Kfir Bibas, divenuto uno dei simboli del dramma degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas: era il più giovane tra i sequestrati. Insieme a lui sono deceduti la mamma e il fratello di 4 anni.
A cura di Ida Artiaco
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Il piccolo Kfir Bibas, divenuto uno dei simboli del dramma degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas, è morto con la madre e il fratello in un bombardamento. La notizia è stata data dalle Brigate al Qassam in un comunicato diffuso ai media palestinesi.

"Tre sionisti detenuti sono morti a causa dei precedenti bombardamenti sionisti sulla Striscia di Gaza", si legge in una nota delle Brigate. Lo riportano anche i media ebraici che precisano come queste affermazioni, al momento, non possano essere verificate. Anche l'Idf ha dichiarato di essere al lavoro per confermare la notizia.

Il bambino è deceduto a soli 10 mesi con suo fratello di 4 anni, Ariel, e la madre dei due, Shiri Silverman Bibas in un raid condotto dallo Stato ebraico sulla Striscia di Gaza prima della tregua annunciata nei giorni scorsi e mediata da Qatar, Egitto e Usa.

Ariel, Kfir e la madre.
Ariel, Kfir e la madre.

La famiglia Bibas non era nella lista dei sequestrati presentata oggi per il rilascio. Ieri le forze armate israeliane avevano riferito che i quattro erano stati trasferiti da Hamas a un altro gruppo terroristico, forse il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina.

Kfir, che era recluso a Khan Yunis, era l'ostaggio più giovane a Gaza e la sua foto è diventata il simbolo del dramma degli ostaggi israeliani. Era stato rapito dal Kibbutz di Nir Oz insieme a suo padre Yarden, 34 anni, la madre Shiri, 32, e il fratello Ariel. Aveva solo 9 mesi quando è stato catturato lo scorso 7 ottobre.

Nei giorni scorsi i familiari di Kfir e non solo si erano mobilitati per chiedere la liberazione del piccolo e della sua famiglia e una manifestazione di solidarietà si era svolta in Israele con centinaia di partecipanti che avevano alzato nel cielo palloncini arancioni, il colore dei capelli di Kfir.

"Chiediamo al governo israeliano, al Qatar e all’Egitto, a tutti coloro che sono coinvolti in questi negoziati e in questo accordo, di fare tutto il possibile per includere la nostra famiglia in questo accordo e di rilasciarli il prima possibile", era stato l'appello lanciato ieri dallo zio del bimbo, Ofri, caduto purtroppo nel vuoto.

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