Kenya, dopo il massacro dei non musulmani, uccisi 100 miliziani Shabaab
Il governo di Nairobi ha replicato con la forza al “rastrellamento” islamista in Kenya, dove presunti militanti del gruppo somalo Al-Shabaab hanno compiuto un blitz a Mandera, nel nord-est del Paese, nei confronti di un autobus del trasporto pubblico. L’epilogo è statto tragico: 28 persone uccise, diverse altre ferite. Ma il vicepresidente del Kenya, William Ruto, citato dal Guardian, non è stato a guardare. “I nostri militari hanno ucciso 100” miliziani Shaabab, ha detto. In realtà, la notizia per adesso non ha trovato conferme indipendenti ed è stata immediatamente smentita dal gruppo armato che, in un comunicato, ha definito “senza fondamento” le affermazioni delle autorità kenyote.
Il massacro dei non musulmani
Sabato nell’estremo Nord-Est del Paese, al confine con la Somalia, un pullman con a bordo 60 persone, in soprattutto insegnanti e medici, è stato assaltato da un gruppo di estremisti. Secondo le testimonianze i passeggeri sarebbero stati interrogati sulla loro conoscenza del Corano di cui sono stati chiesti alcuni versetti, prima dell’esecuzione: a chi non lo conosceva, è toccato un colpo alla testa. “È stato un inferno”, ha raccontato uno dei superstiti: “Mia moglie è stata uccisa davanti ai miei occhi”, dice Douglas Ochwodh, un insegnante di 36 anni. “Le hanno sparato alla testa, come agli altri. Ero coperto dal suo sangue”. Sembra che i miliziani Shaabab volessero rapire tutti i passeggeri e portarli in Somalia, ma l’autobus si è impantanato nel fango. “La morte di questi 28 crociati è una vendetta per i crimini commessi dall’esercito contro i musulmani a Mombasa”, hanno rivendicato l’attentato gli integralisti somali.