Kennedy era affascinato da Hitler, lo svela un libro
In un libro dal titolo “John Kennedy. In mezzo ai tedeschi. Diari e lettere 1937-1945” si possono leggere le parole, gli appunti e le lettere scritte da un giovanissimo JFK nel corso di un suo viaggio in Europa. Un viaggio che risale a un periodo a cavallo della seconda guerra mondiale e durante il quale il futuro presidente americano conobbe le dittature europee. Ebbene, in questi scritti viene fuori che per Kennedy Hitler “era fatto della stessa stoffa di cui sono fatte le leggende”. Per il giovane americano il fascismo faceva bene all’Italia e alla Germania e per questo Hitler sarebbe entrato nella leggenda. Il libro, che è stato curato dallo storico tedesco Oliver Lubrich, contiene delle affermazioni definite “sconcertanti”. Mentre girava l’Europa da turista – si legge nel libro – JFK annotava nel suo diario di essere “giunto alla conclusione che il fascismo è la cosa giusta per la Germania e per l’Italia, il comunismo per la Russia e la democrazia per l’America e l’Inghilterra”.
“Tedeschi troppo in gamba” – Il giovane Kennedy si chiedeva anche “che sono i mali del fascismo al confronto del comunismo?”. Descriveva la superiorità della razza di stampo germanico rispetto ai popoli di origine latina: “I tedeschi sono davvero troppo in gamba – scriveva Kennedy – per questo ci si mette tutti insieme contro di loro, per proteggersi”. E il futuro presidente appuntava ancora che “chi ha visto questi luoghi può senz’altro immaginare come Hitler, dall’odio che adesso lo circonda, tra alcuni anni emergerà come una delle personalità più importanti che siano mai vissute”. Kennedy riferendosi a Hitler parlava dell’“ambizione sconfinata per il suo Paese” che ne ha fatto una minaccia per la pace nel mondo, “ma lui aveva qualcosa di misterioso nel suo modo di vivere e nella sua maniera di morire, che gli sopravvivrà e continuerà a crescere”.