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Kaliningrad, il paradiso fiscale russo per gli oligarchi situato nel cuore della Nato

Sono già 60 le società straniere riconducibili a oligarchi russi che hanno abbandonato i paradisi fiscali occidentali per trasferirsi a Kaliningrad, tra Polonia e Lituania. La zona è un’exclave russo nel cuore della Nato ed è il nuovo paradiso fiscale in cui gli oligarchi stanno nascondendo i beni sanzionati da Usa e Unione Europea.
A cura di Gabriella Mazzeo
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La Russia continua la sua offensiva contro l'Ucraina nonostante abbia le spalle curve sotto il peso delle sanzioni occidentali. I pacchetti di misure economiche varati da Unione Europea e Stati Uniti hanno fatto scricchiolare lo status di Mosca, sull'orlo di una crisi economica. Le sanzioni hanno colpito anche gli oligarchi che detengono beni, valori e asset disseminati in Europa e negli Stati Uniti. In molti hanno provato ad espatriare i propri beni nel tentativo di non essere colpiti dai sequestri, ma nelle ultime settimane sono stati portati via yacht e immobili riconducibili a oligarchi sanzionati. Con gli Emirati Arabi, a fare da salvagente contro le sanzioni che Kaliningrad, una vera e propria crepa aperta nel cuore della Nato.

Kaliningrad si trova tra Polonia e Lituania ed è sotto la giurisdizione della Federazione Russa. Si tratta di un'exclave, ossia un territorio geograficamente separato dallo Stato di appartenenza, ma politicamente dipendente. Il lembo di terra russa in Europa costituisce un porto sicuro economicamente per Mosca, che nel tempo ha radicato lì le sedi legali delle società più importanti. Gli oligarchi sfruttano il regime di tassazione fiscale particolarmente favorevole previsto da Kaliningrad.

Dopo le sanzioni europee che solo in Italia hanno portato al sequestro dello yacht da 70 milioni di dollari di Alexey Alexandeovits Mordaschov in Liguria e a quello dell'imbarcazione di lusso Lena da 54 milioni di dollari appartenente a Gennady Nikolayevich Timchenko, intimo amico di Putin; in molti hanno cercato di portare i propri beni al sicuro in quel fazzoletto di Russia in Europa. Persino il mega yacht Graceful, da molti ricondotto addirittura a Putin, ha abbandonato la Germania per attraccare a Kaliningrad. 

La zona è diventata importante negli anni non solo per gli interessi commerciali sviluppati dai ricchi, ma anche per gli sbocchi mercantili visto il suo affaccio sul Mar Baltico. Ora il paradiso fiscale potrebbe rappresentare una via di fuga per tutti gli oligarchi ritenuti in qualche modo complici dell'invasione in Ucraina. Il territorio offshore prevede, tra le altre cose, una tassazione a zero sui redditi delle persone fisiche lì residenti. Dallo scoppio della guerra, già 60 società hanno abbandonato i paradisi fiscali occidentali, che pure hanno iniziato a mordere Mosca, per dirigersi a Kaliningrad.

Oltre alla città natale del filosofo Immanuel Kant, la Russia può appoggiarsi anche all'isola di Russky, altra zona a statuto giuridico speciale tra Cina e Corea del Nord. L'isola di Russky in particolare è stata istituita per offrire un porto sicuro ai miliardari russi che hanno beni o investimenti all'estero, ma che per diverse ragioni necessitano di far tornare i capitali in madrepatria senza però pagare le tasse.

Kaliningrad è un paradiso fiscale russo già dal 2018 per le società internazionali di matrice russa. Un ottimo nascondiglio in casi come questi: il territorio, infatti, affievolisce il peso delle sanzioni adottate dall'Ue e dagli Usa rendendo di fatto i provvedimenti economici adottati un peso quasi esclusivamente per i più poveri. L'esistenza di una zona franca russa nel cuore della Nato è inoltre uno smacco alla politica che vede l'opposizione dell'Occidente alla Federazione Russa

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