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Juncker mette subito in chiaro le cose: “Difenderò il rigore, non si cresce con i debiti”

Il presidente designato della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, in una audizione col gruppo ALDE ribadisce la sua linea di fermezza e rigore.
A cura di Redazione
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L'audizione di oggi a Bruxelles del Presidente designato della Commissione Europea, il lussemburghese Jean Claude Juncker, è servita per chiarire ulteriormente uno dei punti più controversi della nuova legislatura europea: quello della tensione fra il fronte della flessibilità e quello del rigore. L'esponente del Partito Popolare Europeo mette subito in chiaro le cose: "Voglio lavorare per mantenere il rigore nei bilanci. Sono contrario all'austerità eccessiva, certo, ma resto favorevole allle politiche di rigore". Poi la stoccata decisiva, pronunciata nella relazione introduttiva dell'incontro con il gruppo dei liberaldemocratici al Parlamento Europeo: "Chi mi vuole far dire che il rigore è finito, si sbaglia". È chiaro che, pur non essendoci alcun riferimento diretto ai governi italiano e francese, una simile precisazione non può che aggiungersi al dibattito che ha portato alla sua nomina "di compromesso" alla guida della Commissione Europea e alle polemiche seguite al botta e risposta fra il capogruppo popolare e Matteo Renzi, nel giorno dell'avvio del semestre italiano di Presidenza dell'Unione Europea.

Tanto più che Juncker ha ribadito il concetto cardine delle critiche nei confronti del Presidente del Consiglio italiano: "Non può esserci politica di crescita se aumentiamo i debiti e non possiamo spendere il denaro che non abbiamo". Quanto alla flessibilità, l'esponente popolare è stato chiaro: "Bisogna usare i margini già previsti dai trattati". Una precisazione necessaria, quella della necessità di mantenere fermi i vincoli individuati dai trattati europei attualmente vigenti, proprio per chiarire quanto erroneamente interpretato da molti dopo la sua audizione di questa mattina col gruppo dei Socialisti e Democratici, nella quale "sembrava" aver aperto alla "flessibilità".

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