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Julian Assange e il caso Wikileaks

Julian Assange potrà fare ricorso contro l’estradizione negli Usa: l’ok dell’Alta Corte di giustizia

Julian Assange potrà presentare ricorso contro la sentenza di estradizione negli Stati Uniti. I legali del fondatore di WikiLeaks hanno ora 14 giorni di tempo per presentare domanda alla Corte Suprema del Regno Unito dopo aver ricevuto il via libera dall’Alta Corte di giustizia di Londra.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Il fondatore di WikiLeaks Julian Assange potrà presentare ricorso alla Corte Suprema del Regno Unito contro la sentenza di estradizione negli Stati Uniti. Ad accordargli la richiesta l'Alta Corte di giustizia di Londra. Il giornalista è accusato di spionaggio negli Usa per la diffusione di 500mila documenti coperti da segreto relativi alle attività militari in Afghanistan e Iraq. Rischia una condanna fino a 175 anni di carcere. 

Il giornalista potrà ora appellarsi alla Corte Suprema del Regno Unito contro l'estradizione. La richiesta era stata presentata dopo che l'Alta Corte aveva accolto un ricorso presentato dagli Usa contro la sentenza del tribunale penale di Londra che aveva negato il trasferimento in territorio americano. L'appello alla Corte Suprema si può avanzare soltanto quando si parla di un caso di rilevanza pubblica generale. Ad assistere il giornalista, Stella Moris, sua legale e compagna. Alla stampa aveva fatto sapere che se l'Alta Corte avesse respinto la richiesta di ricorso, lei si sarebbe rivolta direttamente alla ministra dell'Interno britannica Priti Patel.

A gennaio del 2021 il tribunale penale di Londra aveva respinto la richiesta di estradizione avanzata dagli Usa sottolineando che il giornalista, clinicamente affetto da depressione, avrebbe potuto suicidarsi. Gli Stati Uniti avevano quindi fatto ricorso all'Alta Corte di Londra che aveva accolto la richiesta in tendenza contraria alla sentenza precedente. Assange era stato incriminato dagli Usa per aver violato la legge anti-spionaggio del 1917. Sono 18 i capi d'accusa nei suoi confronti negli Stati Uniti. Ora a pronunciarsi sull'estradizione sarà la Corte Suprema del Regno Unito.

Dal 2019 il giornalista è detenuto nella prigione di Belmarsh dopo esser stato portato via dall'ambascia ecuadoriana in Gran Bretagna e prima dell'arresto per violazione della libertà su cauzione. Sulla sua vicenda sono stati sollevati punti di "importanza pubblica" riguardanti la libertà di stampa e le condizioni di detenzione alle quali Assange sarebbe sottoposto negli Usa se estradato.Per ottenere l'okay al trasferimento, gli Stati Uniti avevano cercato di fornire rassicurazioni circa il rispetto dei diritti del giornalista australiano: nessuna condizione detentiva particolarmente dura prima o dopo la condanna.

Provvedimenti di questo tipo sarebbero stati assunti solo se si fosse macchiato di azioni che richiedessero pene più aspre. Queste considerazioni avevano portato l'Alta Corte a dare il via libera, ma il team legale di Assange contesta la regolarità di una decisione presa sulla base di una serie di rassicurazioni. I legali del giornalista hanno ora 14 giorni di tempo per presentare la domanda alla Corte Suprema.

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