Julian Assange può essere estradato: l’Alta Corte di Londra accoglie il ricorso degli Stati Uniti
L'Alta Colte di Londra ha ribaltato la sentenza di primo grado emessa lo scorso gennaio sull'estradizione negli Stati Uniti per Julian Assange. Il ricorso presentato dal team legale americano è stato quindi accolto Due giudici sono stati chiamati a pronunciarsi sull'appello degli Stati Uniti per ottenere l'estradizione del giornalista nel Paese. John Shipton, padre del giornalista di Wikileaks, si era dichiarato molto preoccupato per il destino di suo figlio qualora il ricorso degli Stati Uniti fosse stato accolto. Proprio oggi ad Oslo è prevista la premiazione dei due giornalisti Maria Ressa e Dmitry Muratov, vincitori del Nobel per la Pace 2021. Lei, di origini filippine ma naturalizzata americana, è tra le voci più critiche sull'operato del presidente Rodrigo Duterte. Lui è invece il caporedattore del quotidiano Novaja Gazeta, definito "unico giornale di influenza nazionale veramente critico in Russia" dal Comitato per la protezione dei giornalisti. Più volte Assange è stato proposto per il prestigioso premio per la sua opera di diffusione di materiale informativo sui crimini di guerra.
L'accusa nei confronti del giornalista è quella di cospirazione e spionaggio per aver reso pubblica con Wikileaks una serie di documenti secretati riguardanti le guerre in Afghanistan e in Iraq. Le autorità statunitensi avevano presentato all'Alta Corte di giustizia del Regno Unito un ricorso contro la sentenza di gennaio emessa dal giudice distrettuale Vanessa Baraitser. Secondo il verdetto del tribunale, Assange non doveva essere estradato negli Stati Uniti a causa di un reale rischio di suicidio. Gli Stati Uniti avevano definito la decisione una possibile "carta vincente per tutti coloro che in futuro vorranno opporsi all'estradizione, indipendentemente dai capi d'accusa e dalle risorse dell'altro Strato".
La compagna: "Sentenza è un grave errore giudiziario"
"Faremo ricorso al più presto" ha detto Stella Moris, compagna di Julian Assange e membro del suo team legale. Moris ha definito il verdetto "un grave errore" tramite un post pubblicato su Twitter da Wikileaks. Il 50enne australiano nel frattempo rischia una condanna all'ergastolo negli Stati Uniti.
L'arresto di Julian Assange e la vicenda di Wikileaks
Il 18 novembre del 2010 il tribunale di Stoccolma aveva emesso un mandato di arresto nei confronti di Assange per molestie sessuali. Assange in quel frangente aveva negato l'accusa sostenendo che fosse un pretesto per estradarlo poi dalla Svezia agli Stati Uniti. Secondo l'accusa, il giornalista avrebbe avuto rapporti non protetti, seppur consenzienti, con due donne e si sarebbe poi rifiutato di sottoporsi a un esame per le malattie sessualmente trasmissibili. Il 20 novembre l'Interpol e il Sistema di Informazione Schengen avevano recepito il mandato di arresto. Il 7 dicembre dello stesso anno, Assange si era presentato spontaneamente negli uffici di Scotland Yard e qui era stato poi arrestato in seguito a un mandato di cattura europeo. La Svezia aveva presentato un mandato di estradizione alle autorità britanniche ma il 16 dicembre, dopo nove giorni di carcere, il giornalista era stato rilasciato su cauzione e la decisione sull'estradizione era stata rimandata. Negli Stati Uniti Assange rischia l'ergastolo per spionaggio.
Dopo il rilascio su cauzione, Assange si era presentato presso l'ambasciata Ecuadoregna per chiedere asilo politico. Qui ha trascorso più di sei anni come rifugiato politico e durante il suo soggiorno nell'ambasciata ha conosciuto la compagna Stella Moris, con la quale ha avuto due figli. Da rifugiato, il giornalista è stato intercettato anche durante i colloqui con gli avvocati all'insaputa del governo ecuadoriano. Nel 2019, la mattina dell'11 aprile, l'Ecuador ha revocato l'asilo politico e ha permesso alla polizia metropolitana di Londra di entrare nell'ambasciata per arrestare il giornalista. Assange è stato condotto in carcere con l'accusa di aver violato nel giugno del 2012 i termini della libertà su cauzione concessagli il 16 dicembre del 2010 in relazione alle accuse di stupro. Secondo le autorità britanniche, non avrebbe potuto presentarsi all'ambasciata Ecuadoregna per chiedere asilo. Era stato affidato alla struttura di Belmarsh in attesa dell'inizio di un procedimento legale con gli Stati Uniti. A gennaio il giudice aveva rifiutato la richiesta di estradizione, decretando che il giornalista sarebbe rimasto nel Regno Unito.