Jorit parla dopo la foto con Putin: “Voglio la pace e farò altre iniziative in Russia. L’arte senza provocazione è sterile”
È bastato un selfie, scattato a Sochi in Russia, per scatenare un vero e proprio putiferio attorno allo street artist napoletano Jorit. Il motivo? Lo scatto non è stato chiesto a una persona qualunque, ma a Vladimir Putin, al Festival dei Giovani. Il video è immediatamente diventato virale, generando divisioni nei confronti non solo del suo gesto, ma anche nei confronti dell'artista originario di Quarto, comune in provincia di Napoli.
Nel video Jorit spiega di voler scattare la foto "per dimostrare all'Italia che lei è umano come tutti e la propaganda su di lei non è vera". Le polemiche, che non sembrano placarsi, hanno coinvolto il mondo non solo della cultura, ma anche della politica. Ai suoi detrattori Jorit Ciro Cerullo, ha risposto in un primo momento con un lungo post, condiviso in una delle storie del suo profilo Instagram: "Lungi da me elogiare Putin". Poco dopo, l'artista napoletano ha denunciato sui suoi social quello che ha definito "un tentativo di sfregio" al murales per la Palestina, realizzato a Ischia. In foto, oltre della vernice, è comparsa anche una bandiera ucraina. Contattato da Fanpage.it lo street artist ha accettato di rispondere ad alcune domande, ma solo in forma scritta, attraverso Whatsapp.
Jorit ci spieghi come è iniziato tutto? Come sei arrivato a Mariupol e chi ti ha invitato a Sochi al Festival della gioventù?
«Tutto è iniziato quando ho partecipato al più grande festival di street art al mondo a Mosca, dove ho dipinto Gagarin, poi ho dipinto Assange l’anno successivo e l’anno dopo sono riuscito a andare a Mariupol».
L'abbraccio a Putin, il selfie. Perché hai deciso di chiederlo?
«Perché bisogna urlare che dobbiamo subito riaprire il dialogo per la pace con la Russia».
Oltre ciò che abbiamo visto dalle telecamere, Putin ti ha detto altro? Farai altre iniziative in Russia?
«Certo. Voglio assolutamente continuare questa battaglia».
Vieni descritto oggi come uno degli elementi della propaganda russa in Occidente. Come rispondi a queste affermazioni?
«Io voglio la pace».
Pensi che in futuro continuerai a collaborare con istituzioni occidentali (in Italia soprattutto) per murales e progetti di rigenerazione urbana?
«Io da sempre accetto soltanto le commissioni che mi lasciano la libertà, e rifiuto la maggior parte delle commissioni. Se mi lasciano libertà le accetto».
A coloro che sono fra i tuoi sostenitori e oggi si ritengono "delusi" cosa vuoi dire?
«Sono una minoranza di persone che pensano che la pace sia una passeggiata, la pace necessita di azioni forti. Forse non mi conoscevano abbastanza, la provocazione è parte integrante della mia produzione artistica. L’arte senza provocazione è sterile».