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Johnson blocca il dossier che lo riguarda: soldi al suo partito da oligarchi russi legati a Putin

Il partito conservatore inglese, guidato da Boris Johnson, ha ricevuto donazioni in contanti da parte di nove donatori russi, di cui si sospetta un forte legame con Vladimir Putin. A riportare queste informazioni è un report della Commissione di Intelligence britannica che è stato tenuto nascosto dal primo ministro inglese e di cui il Sunday Times è riuscito ad ottenere alcune informazioni.
A cura di Francesco Di Blasi
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Si apre un nuovo capitolo delle interferenze russe nella politica inglese dopo quelle che vedevano il Cremlino accusato di aver influenzato la campagna elettorale per la Brexit. Il partito conservatore inglese, guidato da Boris Johnson, ha ricevuto donazioni in contanti da parte di nove donatori russi, di cui si sospetta un forte legame con il Cremlino. A riportare queste informazioni è un report della Commissione di Intelligence britannica che sarebbe stato tenuto nascosto dal primo ministro inglese e di cui il Sunday Times è riuscito ad ottenere alcune informazioni.

Il report della Commissione di Intelligence e Security del Parlamento britannico avrebbe dovuto essere pubblicato questa settimana, ma è stato bloccato da Johnson perché le informazioni avrebbero potuto danneggiarlo durante la campagna elettorale per le future elezioni britanniche. Il documento individua collegamenti tra i maggiori donatori del partito Conservatore e il Governo russo. Tra questi nomi spicca quello di Alexander Temerko, che ha lavorato al ministero di Difesa russo e che in passato aveva definito il primo ministro britannico come un suo "amico". Temerko avrebbe donato più di un milione e duecento mila sterline in sette anni al partito di Johnson.

Tra gli altri donatori russi risulta anche Lubov Chernukhin, sposata con Vladimir Chernukhin, che in passato è stato un fedele alleato di Vladimir Putin. Solo negli ultimi anni Chernukhin ha donato più di 450.000 sterline al partito Conservatore. I nomi individuati includono addirittura un'ex spia russa, Alexander Lebedev, da qualche anno proprietario dell'Evening Standard, un quotidiano locale londinese diffuso gratuitamente nella capitale. Il legame tra l'ex spia russa e Boris Johnson però, non sarebbe un segreto, visto che Jhonson è considerato uno stretto amico del figlio di Lebedev che lo ha ospitato diverse nel suo castello in Italia, a Perugia, nel periodo in cui il primo ministro era sindaco di Londra. Gli incontri nel Bel Paese erano già stati motivo di discussione in Gran Bretagna quando si era parlato di un "rischio sicurezza nazionale" per l'eventualità che Johnson potesse essere aggirato o ricattato dal figlio dal'ex spia del Cremlino.

Le fonti che hanno visionato il report – sostiene il Sunday Times – credono che sia stato tenuto segreto da Johnson per via dei numerosi dettagli che descrivono le strette connessioni tra i donatori russi e il l'Ufficio federale di sicurezza del Cremlino. "Cosa rende interessante il documento è quanto vicini siano alcuni nomi con il Federal Security Bureau russo" ha detto una delle fonti del giornale.

Dopo le indiscrezioni rivelate dal Sunday Times nel Regno Unito lo scontro politico si è velocemente scaldato. A iniziare le polemiche è stato il laburista Jon Trickett, ministro ombra per l’ufficio del gabinetto, che ha dichiarato che i Tories hanno “rapporti con finanziamenti russi” e che le donazioni politiche in Gran Bretagna hanno bisogno di riforme urgenti e di essere “bonificate”. Il Partito di sinistra inglese Labour ha fatto sapere che se le accuse dovessero essere confermate il fatto sarebbe doppiamente grave "sia perché la legge inglese vieta ai partiti di ricevere finanziamenti da altri Stati, sia perché proverebbe che il partito conservatore sarebbe, per così dire, disposto a farsi guidare a distanza, anche nelle decisioni di governo, da uno Stato terzo, con interessi potenzialmente divergenti rispetto a quelli degli inglesi".

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