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Jibril annuncia: la Libia al voto fra 8 mesi

Mentre si attende la proclamazione della liberazione, il leader del Cnt annuncia che fra otto mesi saranno indette elezioni per formare il congresso che dovrà redigere la nuova Costituzione. Intanto dalla Nato arriva la decisione di concludere la missione entro il 31 ottobre.
A cura di Antonio Palma
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Mentre si attende la proclamazione della liberazione, il leader del Cnt annuncia che fra otto mesi saranno indette elezioni per formare il congresso che dovrà redigere la nuova Costituzione.

La presa di Sirte e la morte di Gheddafi hanno chiuso un capitolo della vicenda libica, ma in queste ore se ne sta aprendo un altro, altrettanto importante per il futuro di quel Paese. Il Presidente del Consiglio Nazionale Transitorio, Mahmud Jibril, che dovrà gestire questa importante fase, ha annunciato che le prossime elezioni vi saranno tra otto 8 mesi, per formare un congresso che dia vita ad una nuova costituzione e ad un governo ad interim che traghetti la Libia verso un futuro pacifico e alle elezioni presidenziali. Un passo importante per la Libia è la costruzione di un nuovo Stato gestito in maniera democratica dai rappresentanti eletti dal popolo.

Le operazioni militari sembrano concluse e ora si ritorna a parlare di politica anche se di armi e miliziani in giro ve ne sono fin troppi. E’ lo stesso Jibril che afferma come “la priorità è quella di rimuovere le armi dalle strade del Paese e ripristinare la stabilità e l’ordine”.  Tutti si affrettano a dire che ora il Paese è interamente nelle mani del Cnt, così come hanno fatto dal vertice della Nato riunitosi per decidere i nuovi sviluppi della missione Onu. Il Consiglio Atlantico ha deciso, con una mediazione tra le diverse visioni interne, di concludere la missione operativa alla fine del mese, il 31 ottobre. Ad annunciare la scelta, dopo le voci di ieri, lo stesso segretario generale, Anders Fogh Rasmussen, affermando “il nostro dovere l’abbiamo fatto, ora tocca al Cnt”.

Il consiglio libico, però, è tutt’altro che unito e voci di contrasti interni al movimento di liberazione libico si fanno sempre più insistenti. La comune voglia di liberarsi dell’ex dittatore aveva riunito gruppi e movimenti ben diversi tra loro, con aspirazioni e visioni del futuro a volte anche in netto contrasto. Per ora si attende ancora la proclamazione della liberazione definitiva che, stando alle ultime indiscrezioni, si dovrebbe tenere domani a Bengasi, sede provvisoria del Cnt, e non nella capitale Tripoli.

Il Presidente ad interim ha già fatto sapere di non volersi candidare e il futuro gruppo dirigente libico dovrà fare i conti anche con le potenze straniere. Molte sono quelle che hanno aiutato i ribelli a vincere la battaglia e si aspettano in cambio dei riconoscimenti, le risorse naturali libiche fanno gola a molti ed è lì che si giocherà anche la futura politica estera della nuova Libia. Molti però erano anche gli amici del colonnello Gheddafi che lamentano il trattamento riservato al dittatore, gli ultimi momenti di vita di Gheddafi registrati e poi diffusi su tutti i media internazionali.

Tutte le istituzioni internazionali chiedono al Cnt trasparenza nella gestione di questa fase di passaggio e magnanimità per i superstiti del regime di Gheddafi, forse anche in questo si capirà la futura forza democratica della nuova Libia.

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