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Elezioni Argentina 2023, risultati definitivi: l’ultraliberista di estrema destra Javier Milei è presidente

Le elezioni in Argentina hanno portato alla vittoria di Javier Milei, economista anarco-capitalista, conservatore di estrema destra. Ha ottenuto il 56% dei voti contro lo sfidante al ballottaggio Sergio Massa. “Oggi inizia la fine della decadenza argentina”, ha dichiarato. Sono arrivate le congratulazioni anche di Donald Trump.
A cura di Luca Pons
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Javier Milei è il nuovo presidente eletto dell'Argentina. Ancora prima che lo spoglio dei voti fosse completato al 100%, l'altro candidato – lo sfidante Sergio Massa, candidato peronista progressista ed ex ministro dell'Economia – ha riconosciuto la sconfitta. Milei, anarco-capitalista di estrema destra, ha ottenuto circa il 56% dei voti al ballottaggio e ha vinto con un margine di tre milioni di voti, dopo aver ottenuto meno preferenze di Massa al primo turno. L'affluenza è stata del 76% circa. L'inizio del suo mandato sarà ufficialmente il 10 dicembre, a esattamente quarant'anni dalla fine della dittatura militare nel Paese.

Gli elettori non sono stati influenzati dai cedimenti pubblici del candidato conservatore, come una discussa partecipazione televisiva di poche settimane fa in cui aveva avuto un apparente crollo psicologico. Milei, poco dopo la conferma della sua vittoria, ha dichiarato: "Oggi inizia la fine della decadenza argentina. Iniziamo la ricostruzione e a voltare la pagina della nostra storia. Riprendiamo il cammino che non avremmo mai dovuto perdere". Poi ha aggiunto che con la sua presidenza "finisce il modello dello Stato che impoverisce e benedice solo alcuni mentre la maggioranza soffre. È una notte storica, torniamo ad abbracciare l’idea della libertà".

Milei ha ribadito anche la sua linea retorica anti-casta, affermando: "Sappiamo che ci sono persone che resisteranno per mantenere i loro privilegi. Saremo implacabili". Per quanto riguarda lo stato attuale del Paese, colpito da una fortissima inflazione, da alti tassi di povertà e da un debito pubblico altissimo, il nuovo presidente ha riconosciuto che "la situazione è drammatica". Perciò, ha detto, "non c’è spazio per la gradualità, per le mezze misure". Tuttavia Milei non ha citato politiche specifiche, specialmente le più radicali di cui ha parlato nei mesi della campagna elettorale, come la "dollarizzazione", cioè l'idea (praticamente impossibile) di passare a usare il dollaro statunitense e chiudere la Banca centrale argentina.

Nel suo discorso per riconoscere la sconfitta, Massa ha invece dichiarato: "La cosa più importante che dobbiamo lasciare stasera è il messaggio che la convivenza, il dialogo e il rispetto della pace, di fronte a tanta violenza, è la strada migliore che possiamo intraprendere. Da domani la responsabilità di dare certezze, di trasmettere garanzie sul piano sociale, politico ed economico, spetta al presidente eletto. Speriamo che lo faccia".

Dalla destra internazionale sono arrivati alcuni messaggi di supporto a Milei. Il più rapido è stato quello di Donald Trump: "Sono molto orgoglioso di te. Cambierai completamente il tuo Paese e renderai l’Argentina di nuovo grande", ha scritto l'ex presidente degli Stati Uniti. Lo stesso ha fatto Matteo Salvini, congratulandosi sui social. Hanno festeggiato anche gli esponenti del centrodestra ‘tradizionale' argentino, come l'ex presidente Mauricio Macri e Patricia Bullrich, che si era candidata al primo turno ma non era arrivata al ballottaggio.

Giorgia Meloni ha telefonato al nuovo presidente argentino, per fargli le sue congratulazioni e augurargli buon lavoro: "L'Argentina è una nazione a cui siamo legati da profondi legami storici e culturali e in cui vive la più grande comunità di italiani all'estero. Roma e Buenos Aires  condividono valori comuni che definiscono la nostra azione di politica estera nell'attuale contesto internazionale", ha commentato Palazzo Chigi in una nota.

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