Italiano rapito in Libia, si tratterebbe di sequestro a fini di estorsione
Un cittadino italiano, Gianclua Salviato, tecnico del settore edilizio, è stato rapito nella parte orientale della Libia, precisamente a Tobruk, in Cirenaica. Salviato si trova da tempo nella zona, per questioni di lavoro, in quella zona. La sua automobile sarebbe stata ritrovata con le chiavi inserite nel cruscotto e le prime ipotesi formulate fanno pensare ad un sequestro a scopo di estorsioni. E' stata infatti esclusa sin dal principio la pista degli integralisti islamici, pur molto presenti storicamente nella zona. Inoltre, sulla base di quanto affermano fonti giornalistiche locali, confermate dal kit di insulina rimasto in macchina, l'uomo sarebbe malato di diabete e dunque necessita di cure mediche costanti e di cadenza quotidiana. Al momento la Farnesina comunica di non aver avuto alcun segnale.
Secondo quanto si apprende, l'azienda per la quale l'uomo lavora è la Enrico Ravanelli Spa, friulana di Udine, che dal 2012 si sta occupando della ricostruzione dell'acquedotto di Tobruk. Già a gennaio furono rapiti altri due italiani, poi rilasciati dopo più di due settimane e, in generale, questa zona è caratterizzata da una forte disobbedienza rispetto al potere centrale di Tripoli. Da questa regione ebbe origine nel 2011 la rivolta in opposizione al leader libico Gheddafi.