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Conflitto Israelo-Palestinese

Italia astenuta all’ONU su risoluzione per la fine dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi

La risoluzione delle Nazioni Unite, approvata con 124 voti favorevoli, chiede a Israele di “porre fine senza indugio alla sua presenza illegale nel Territorio palestinese occupato” e di farlo “entro e non oltre 12 mesi dall’adozione della risoluzione”. Italia astenuta.
A cura di Davide Falcioni
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L'Italia, insieme ad altre 42 nazioni, si è astenuta oggi nella votazione dall'Assemblea generale dell'Onu sulla risoluzione palestinese che chiede a Israele di "porre fine senza indugio alla sua presenza illegale nel Territorio palestinese occupato" e di farlo "entro e non oltre 12 mesi dall'adozione della risoluzione". Il testo ha ottenuto 124 voti favorevoli e 14 contrari.

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Nel testo l'Assemblea "chiede inoltre che Israele rispetti senza indugio tutti i suoi obblighi legali ai sensi del diritto internazionale, compresi quelli stabiliti dalla Corte internazionale di giustizia, tra cui: (a) Ritirare tutte le sue forze militari dal Territorio palestinese occupato, compresi il suo spazio aereo e marittimo, e (b) porre fine alle sue politiche e pratiche illegali, tra cui cessare immediatamente tutte le nuove attività di insediamento, evacuare tutti i coloni dal Territorio palestinese occupato e smantellare le parti del muro costruito da Israele che si trovano nel Territorio, e abrogare tutte le leggi e le misure che creano o mantengono la situazione illegale".

Il testo invita inoltre gli Stati membri ad "adottare misure per cessare l’importazione di qualsiasi prodotto proveniente dagli insediamenti coloniali israeliani (in Cisgiordania, ndr), nonché la fornitura o il trasferimento di armi, munizioni e attrezzature correlate a Israele… laddove vi siano ragionevoli motivi per sospettare che possano essere utilizzati nei Territori palestinesi occupati". Quella di oggi è stata la prima risoluzione formalmente presentata dall’Autorità nazionale palestinese da quando, nelle scorse settimane, ha ottenuto ulteriori diritti all’ONU, tra cui un seggio tra i membri e il diritto di proporre progetti di risoluzione.

Tra i voti contrari anche quello degli Stati Uniti, principale alleato di Israele e suo primo fornitore di armi. L’ambasciatrice USA Linda Thomas-Greenfield aveva esortato gli altri Paesi a votare contro. Washington, in particolare, si oppone a "misure unilaterali" che, a suo dire, "indebolirebbero la prospettiva di una soluzione a Due Stati, Israele e Palestina".

A seguito della votazione la segretaria generale di Amnesty International, Agnès Callamard, ha dichiarato: "La risoluzione odierna chiarisce in modo inequivocabile che i 57 anni di occupazione israeliana del Territorio palestinese occupato, in palese violazione del diritto internazionale, non possono più essere tollerati. Israele deve rispettare immediatamente la risoluzione ritirando le sue forze armate dalla Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est, annessa illegalmente, e dalla Striscia di Gaza, occupate dal 1967. Inoltre, Israele deve smantellare gli insediamenti israeliani nella Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, e annullare la sua annessione illegale, sia dal punto di vista legale che pratico".

E ancora: "Da decenni l’occupazione illegale da parte di Israele provoca ingiustizie, spargimento di sangue e sofferenza ai palestinesi su vasta scala. Negli ultimi 11 mesi le violazioni sistematiche dei diritti umani, che caratterizzano l’occupazione brutale di Israele e il suo sistema di apartheid, si sono drammaticamente intensificate".

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