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Israele, razzi su Gaza e Sud del Libano: notte di raid ed esplosioni, cosa sta succedendo

Sale la tensione in Medio Oriente: nella notte l’esercito di Israele ha annunciato che sta “effettuando attacchi in Libano”, da cui ieri sono stati lanciati più di 30 razzi verso lo Stato ebraico. Usa: “Tutte le parti si adoperino per de-escalation”.
A cura di Ida Artiaco
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Notte di bombe ed esplosioni in Medio Oriente. L'esercito di Israele ha annunciato che sta "effettuando attacchi in Libano", da cui ieri sono stati lanciati più di 30 razzi verso lo Stato ebraico. A essere colpita è stata in particolare la regione di Tiro, nel Sud del Libano, e Gaza.

Israele ha affermato che sta prendendo di mira obiettivi di Hamas, con attacchi iniziati intorno alle 3:30 di questa notte, ora italiana. Le forze di difesa israeliane (IDF) hanno confermato che "l'infrastruttura terroristica di Hamas è stata colpita nel sud del Libano". Per ora non si ha notizia di vittime.

Tuttavia, un residente del campo profughi palestinese di Rashidieh, presso Tiro, ha raccontato che "almeno due proiettili sono caduti vicino al campo" e un corrispondente dell'Afp in questa regione ha detto che una granata è caduta sul tetto di una casa in una piantagione, provocando danni materiali.

Netanyahu: "Colpiremo i nostri nemici"

Poco prima, il premier israeliano Benyamin Netanyahu aveva affermato in apertura della riunione del Gabinetto di sicurezza che "per quanto le aggressioni di oggi, colpiremo i nostri nemici e pagheranno un prezzo per ogni loro azione. I nostri nemici non devono sbagliarsi, il dibattito interno in Israele non ci impedirà di agire contro di loro. Siamo tutti uniti".

Libano e Israele "non vogliono una guerra", ha assicurato oggi la Forza di interposizione in Libano delle Nazioni Unite (Unifil) dopo contatti tra le due parti. Le forze di pace hanno invitato "tutte le parti a cessare ogni azione" su entrambi i lati del confine, a seguito degli attacchi israeliani sul Libano che hanno fatto seguito al lancio di razzi verso lo Stato ebraico, per evitare una ulteriore escalation.

Le incursioni israeliane nella moschea Al-Aqsa di Gerusalemme

La tensione sta salendo negli ultimi giorni dopo che la polizia israeliana ha fatto irruzione nella moschea Al-Aqsa di Gerusalemme più volte all'inizio di questa settimana. La moschea è il terzo luogo sacro dell'Islam, si trova nella Città Vecchia di Gerusalemme Est, annessa dagli israeliani, e ha già visto scontri e violenze tra palestinesi e israeliani, in particolare durante il mese di digiuno del Ramadan, che attira decine di migliaia di fedeli ad Al Aqsa.

La nuova ondata di violenze arriva quasi a metà del Ramadan e mentre gli ebrei si preparano a celebrare la loro Pasqua. Le incursioni di questi ultimi hanno innescato scontri violenti con i palestinesi all'interno e causato indignazione.

La mossa è stata definita un "crimine senza precedenti" da Hamas, che governa di fatto la Striscia di Gaza, e rischia di infiammare ulteriormente la situazione in Medio Oriente. "Non ce ne staremo con le braccia incrociate", ha promesso il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, da Beirut dove ha incontrato i responsabili delle organizzazioni palestinesi nel Paese. "Tutte le organizzazioni devono serrare i ranghi e intensificare la resistenza contro l'occupazione israeliana", ha aggiunto.

Glu Usa invitano alla de-escalation

La situazione israelo-palestinese preoccupa anche la Casa Bianca che invita "tutte le parti" ad adoperarsi per una de-escalation della tensione. Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, John Kirby, proprio in riferimento alle recenti violenze a Gerusalemme, al lancio di razzi contro Israele e alla risposta israeliana.

Sparatoria in Cisgiordania, due israeliane uccise

Sempre oggi, due donne israeliane sono morte e una terza persona è stata gravemente ferita in un presunto attacco a colpi di arma da fuoco contro un veicolo nel nord della Cisgiordania. Lo riferisce il quotidiano israeliano Haaretz. Secondo le Forze di difesa israeliane Idf, il fatto si è verificato nei pressi di Hamra, circa 60 chilometri a est di Tel Aviv: stanno cercando i sospettati che “hanno aperto il fuoco contro l’auto di proprietà israeliana”.

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