Israele preparava l’attentato coi cercapersone da 10 anni: la rivelazione del Washington Post
Quasi dieci anni. Tanto potrebbe aver impiegato il Mossad, ovvero il servizio segreto estero dello stato di Israele, a mettere a punto il piano che lo scorso 17 settembre ha fatto esplodere migliaia di cercapersone in Libano allo scopo di uccidere o mutilare quanti più miliziani di Hezbollah possibile. L'attentato, che in molti hanno definito senza mezzi termini "terroristico", ha effettivamente causato la morte di molti combattenti, ma anche di innumerevoli civili. I teledrin, infatti, sono esplosi nelle strade e nei mercati, nei mezzi pubblico come nelle case, e non hanno risparmiato persone che nulla avevano a che fare con il "partito di Dio".
Secondo quanto rivelato ieri dal Washington Post il progetto era stato messo a punto da circa un decennio e il governo israeliano attendeva solo l'occasione giusta per metterlo in pratica. Dopo aver manomesso i dispositivi inserendoci dell’esplosivo, l’intelligence israeliana ha fatto in modo che che sui cercapersone apparisse una notifica con scritto: "Hai ricevuto un messaggio criptato". Un testo non scelto a caso, visto che il modello di teledrin "sicuro", ufficialmente di fabbricazione taiwanese, distribuito ai miliziani come alternativa ai cellulari ritenuti vulnerabili, obbligava, proprio per ragioni di sicurezza, a premere due pulsanti contemporaneamente con entrambe le mani per leggere il messaggio. Così facendo, nell'esplosione il miliziano avrebbe perso l’uso di entrambi gli arti, diventando così, se non morto, disabile per il resto della vita e ovviamente impossibilitato a combattere.
L'operazione, scrive il Washington Post, ideata dal Mossad fin dal 2015, progettata e organizzata dal 2022, è ricorsa alla commercializzazione online e al sabotaggio hi-tech dei cercapersone nella totale inconsapevolezza della ditta detentrice del marchio, la Gold Apollo di Taiwan. "Per nove anni – spiega il giornale – gli israeliani si sono accontentati di intercettare le conversazioni di Hezbollah, mentre pianificavano come trasformare i walkie talkie in bombe nel caso di una futura crisi. Poi si è presentata una nuova opportunità, con un nuovo gadget" suscettibile di essere trasformato in una trappola.
Dal momento che i comandanti di Hezbollah temevano possibili sabotaggi, i cercapersone non potevano provenire da Israele o dagli USA, per questo dal 2023 Hezbollah si è rivolta alla ditta taiwanese Apollo. L'offerta commerciale arrivò da un intermediario, una donna, ex rappresentante dell'azienda. Fu lei, scrive il giornale americano, a vendere a Hezbollah i robusti e sicuri teledrin modello Ar924, dotati di una potente batteria, resistente a forti sollecitazioni, quindi adatta a situazioni di guerra. In seguito la produzione di questi dispositivi, del peso di meno di 80 grammi, è stata esternalizzata di fatto al Mossad, che li ha "supervisionati", modificandoli uno ad uno senza alterarne peso, dimensioni, aspetto o funzionamento. Nella batteria è stata inserita una piccola ma potentissima carica esplosiva, praticamente invisibile anche smontando la stessa batteria, dotata di un innesco elettrico ancora meno visibile.
"Qualche rischio chiaramente c'era", ha commentato al giornale una delle fonti. Ma il diabolico stratagemma da una parte – che ha ferito, mutilato o ucciso anche passanti innocenti – ha messo fuori combattimento centinaia, forse migliaia di combattenti, costringendo Hezbollah a rinunciare alla comunicazione a distanza, esponendo i capi al rischio degli assembramenti.