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Conflitto Israelo-Palestinese

Israele-Hamas, a Gaza più di 17mila morti, l’Onu denuncia: “Vicini al punto di non ritorno”

Sono più di 17mila i morti a Gaza per mano di Israele dall’inizio dei combattimenti tra Tel Aviv e Hamas. L’Onu: “Qui vicini al punto di non ritorno, evitare decimazione dei civili palestinesi prima che sia troppo tardi”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Continuano i combattimenti a Gaza, lì dove da 63 giorni sono in corso i raid aerei e i bombardamenti di Israele. Dal 7 ottobre scorso, quando Hamas ha compiuto l'attacco ad Israele, con il blitz nel rave party costato la vita a più di 200 persone, nella Striscia di Gaza i civili palestinesi morti sono stati 17.487. Dopo una breve tregua di quattro giorni per lo scambio di prigionieri tra Hamas e Israele, i bombardamenti si sono fatti più intensi di prima.  Secondo l'Onu, a Gaza si sta raggiungendo il punto di non ritorno. "Il palese disprezzo per il diritto umanitario internazionale ferisce la nostra coscienza collettiva" ha annunciato l'Unrwa, l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi.

Su X ha aggiunto che "la fine dei combattimenti è imperativa per evitare la decimazione di Gaza e contenere le conseguenze di questa crisi". Il direttore dell'Unrwa Thomas White ha fatto inoltre riferimento a un "ordine civile che sta crollando", con le strade quasi del tutto cancellate e caos dopo il tramonto. "Alcuni convogli umanitari – ha detto – vengono saccheggiati e i veicoli Onu sono spesso presi a sassate".

Secondo il premier palestinese, Mohammed Shtayeh, ha fatto sapere che l'Anp (Autorità nazionale palestinese) potrebbe partecipare al futuro di Gaza insieme ad Hamas, in forma subalterna. Netanyahu, invece, ha dichiarato che "Hamas non sarà nel futuro della Striscia, perché sarà eliminata". "Il solo fatto che a proporlo sia l'Autorità nazionale palestinese non fa che rafforzare la mia visione politica: essa non è la soluzione" ha concluso.

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Il blitz israeliano fallito per liberare un ostaggio

Nel frattempo, decine di combattenti di Hamas si sono arresi all'esercito israeliano nel nord della Striscia di Gaza. Il presidente americano Joe Biden, che segue molto da vicino gli sviluppi tra Israele e Gaza,  ha parlato con il premier israeliano Netanyahu per chiedere la protezione per i civili palestinesi della Striscia. La Casa Bianca ha poi affermato che Israele e Hamas non sono vicini all'accordo su una nuova pausa umanitaria.

L'ala militare di Hamas, la Brigata Ezzedin al-Qssam, ha affermato di aver sventato un tentativo israeliano di liberare uno degli ostaggi, un militare israeliano rimasto ucciso nell'operazione. Secondo i miliziani, l'unità speciale israeliana incaricata del blitz è stata scoperta tempestivamente e avrebbe subito alcune perdite. L'aviazione israeliana ha bombardato la zona.

Nuovo insediamento ebraico a Gerusalemme Est e 5 morti in Cisgiordania

Altre cinque persone sono state uccise in scontri con l'esercito israeliano nel campo profughi di Al-Fara, nei pressi di Nablus, in Cisgiordania. Lo ha riferito l'agenzia Wafa, che cita fonti mediche. I soldati dello Stato ebraico hanno cercato di impedire alle ambulanze della Mezzaluna Rossa di raggiungere i feriti.

In queste ore, l'Ue discute sul nuovo insediamento ebraico di Gerusalemme Est, quello di  ‘Basso Acquedotto'. Per l'Unione, si tratta di una provocazione da parte d'Israele perché autorizzato in piena guerra. "L'Europa ha sempre denunciato gli insediamenti in Cisgiordania come illegali e contrari al diritto internazionale", ha detto a riguardo un alto funzionario europeo alla vigilia del Consiglio Affari Esteri. "In Cisgiordania – prosegue – vi sono delle violenza da parte dei coloni e l'Idf non sta facendo abbastanza per garantire la sicurezza e lo abbiamo fatto presente a Tel Aviv, vediamo quale sarà la risposta".

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