“Israele ha bloccato il 90% degli aiuti umanitari. A Gaza situazione miserabile”. L’allarme dell’ONU
Le autorità israeliane hanno respinto 82 dei 91 tentativi delle Nazioni Unite di inviare aiuti nel nord di Gaza tra l'inizio di ottobre e il 25 novembre: in termini percentuali, si tratta del 90% dei casi. Lo ha reso noto l'agenzia dell'ONU UNRWA, aggiungendo che lo stato ebraico ha anche tentato di ostacolare gli altri nove tentativi di consegnare acqua potabile, cibo e medicinali in una porzione della Striscia ridotta allo stremo e sottoposta a costanti bombardamenti da quasi due mesi. "Le condizioni di sopravvivenza stanno peggiorando per le 65mila – 75mila persone che si stima siano rimaste lì", ha affermato l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi in un post su X.
Migliaia di famiglie al freddo senza coperte e materassi
"Jabalia, Beit Lahia e Beit Sahour sono state in gran parte tagliate fuori dagli aiuti umanitari per settimane a causa del perdurare delle feroci ostilità". Inoltre "negli ultimi tre giorni ha piovuto molto e le temperature sono precipitate. Migliaia di famiglie fuggite dalle aree assediate si riparano dal freddo e dalla pioggia senza coperte, materassi e impermeabili. La situazione è più che miserabile".
La notizia del drammatico assedio a cui è sottoposta la zona settentrionale della Striscia di Gaza conferma una delle accuse della Corte Penale Internazionale, che una settimana fa ha emanato ordini di cattura nei confronti del premier israeliano Benyamin Netanyahu e dell'ex ministro della Difesa Yoav Gallant, ritenuti entrambi responsabili delle "attività degli organi governativi israeliani e delle forze armate". I due sono accusati di crimini di guerra e crimini contro l'umanità, entrambi commessi nell'ambito di "un attacco diffuso e sistematico contro la popolazione civile di Gaza" tra l'8 ottobre ed almeno il 20 maggio 2024, giorno nel quale la Procura della CPIe ha depositato le richieste di arresto.
Fame usata come metodo di guerra
Ebbene, tra le altre accuse mosse a Netanyahu e Gallant vi è anche il ricorso alla "la fame come metodo di guerra". La CPI afferma che "vi sono fondati motivi per ritenere che entrambi gli individui abbiano intenzionalmente e consapevolmente privato la popolazione civile di Gaza di beni indispensabili alla loro sopravvivenza, tra cui cibo, acqua, medicine, nonché carburante ed elettricità", ostacolando il lavoro delle organizzazioni umanitarie e degli ospedali.
A Gaza quasi 44mila morti e 102mila feriti
Secondo l'ultimi aggiornamento dell'OCHA (Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari) dal 7 ottobre nella Striscia di Gaza sono stati uccisi almeno 43.391 palestinesi e 102mila sono stati feriti. Decine di migliaia i dispersi. Le case distrutte sono oltre 70mila e gli sfollati sono 1,9 milioni. Sul fronte israeliano le vittime sono 1.200, 5.400 i feriti.