Israele dopo la strage sul Golan: “La risposta sarà dura”. La Farnesina: “Rinviate i viaggi in Libano”
Resta altissima la tensione in Medioriente, dove a infiammarsi non è solo la Striscia di Gaza, alle prese anche con una epidemia di poliomielite, ma anche il fronte libanese. Israele appare sempre più determinato ad attaccare il Libano in risposta al missile degli Hezbollah che sabato sera ha ucciso 12 tra bambini e adolescenti sul Golan.
"Lo Stato di Israele non vuole e non può far passare sotto silenzio quanto accaduto. La nostra risposta arriverà e sarà dura", ha tuonato il premier Benjamin Netanyahu che, a due giorni dall'attacco mortale, è andato proprio a Majdal Shams, sul Golan druso, dove è stato anche contestato da un gruppo di residenti al grido di "assassino, vattene". Dunque, si teme una escalation e le diplomazie sono al lavoro per scongiurare una guerra su larga scala.
Per questo da ieri molte compagnie aeree hanno cancellato i propri voli da e per l'aeroporto di Beirut e molti paesi europei stanno correndo ai ripari richiamando i propri connazionali. Tra questi, in primis la Gran Bretagna, le cui navi militari nel Mediterraneo orientale potrebbero supportare le operazioni per mettere in salvo i civili.
Anche la Farnesina sul proprio sito ufficiale ha annunciato: "Considerata la volatile situazione di instabilità e l'eventualità che si acuiscano ulteriormente le tensioni regionali, si ribadisce l'invito ai connazionali a rinviare i propri viaggi in Libano, salvo gli spostamenti strettamente necessari, da valutare comunque con la massima attenzione e prudenza, in tutto il Paese. Tutti i viaggi nel sud del Libano restano sconsigliati. Ai connazionali presenti temporaneamente in Libano, si raccomanda di valutare se la loro permanenza sia necessaria, nonché la possibilità di partire con voli commerciali. Alcuni voli in arrivo o in partenza dall’Aeroporto di Beirut potrebbero subire delle variazioni/cancellazioni e si invitano i connazionali a verificare lo stato dei voli con la propria Compagnia Aerea".
L'allerta è massima anche per il personale di Unifil, la missione delle Nazioni Unite dove è forte la presenza dei militari italiani. Ieri, il portavoce della missione, Andrea Tenenti, ha ribadito l'impegno a una soluzione politica per evitare una guerra su vasta scala "che avrebbe conseguenze catastrofiche".
Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, non crede che uno scontro tra Israele e Hezbollah sia inevitabile e ha detto che Washington vorrebbe vedere le cose risolte in modo diplomatico. Lo riportano i media israeliani sulla base dei commenti del segretario alla Difesa fatti a Manila, dove si trova insieme al segretario di Stato Antony Blinken pe rincontrare le controparti filippine.