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Covid 19

Israele ferma la campagna di vaccinazione: troppo veloci, dosi già esaurite

Il Ministero della Salute israeliano ha interrotto la campagna di vaccinazione. Dopo essersi distinto come il paese del mondo che ha somministrato più dosi del siero Pfizer in rapporto alla popolazione le autorità sanitarie hanno “tirato il freno” a causa della carenza di flaconi del farmaco disponibili.
A cura di Davide Falcioni
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Israele ha interrotto la campagna di vaccinazione. Dopo essersi distinto come il paese del mondo che ha somministrato più dosi del siero Pfizer in rapporto alla popolazione le autorità sanitarie del paese hanno "tirato il freno" a causa della carenza di flaconi del farmaco disponibili, un problema che potrebbe richiedere qualche settimana prima di essere risolto. A renderlo noto questa mattina è stato il ministro della Salute Yuli Edelstein aggiungendo che 1.224.000 israeliani hanno ricevuto la prima dose, circa il 12% della popolazione del paese. L'immunità di gregge è ancora lontana, ma il paese si sta rivelando come uno dei più veloci d efficienti al mondo nella somministrazione del vaccino anti-covid.

Stando a quanto rendono noto i giornali israeliani il governo ha deciso di rallentare drasticamente le somministrazioni del vaccino e di avviare un negoziato con Pfizer per acquistarne prima possibile altre dosi: il successo – ampiamente pubblicizzato – della campagna vaccinale del paese avrebbe causato non pochi problemi al colosso farmaceutico, costretto a fare i conti con le "lamentele" di altri governi che avrebbero rivendicato per sé ulteriori dosi, mettendo fortemente sotto stress le linee produttive del siero anti-covid.

Perché Israele è riuscito a vaccinare molte persone

Il successo dello Stato ebraico è frutto di diversi fattori, dall'elevato livello tecnologico che caratterizza il piccolo Paese di soli 9 milioni di abitanti, a un diffuso sistema sanitario di base con un'organizzazione digitalizzata, oltre a una campagna di vaccinazione gestita a livello centrale dal governo. A ciò, si è aggiunta la velocità con la quale le autorità hanno sottoscritto contratti con i colossi farmaceutici per la fornitura di sieri, insieme a una campagna contro la disinformazione dei no-vax. Le vaccinazioni hanno proceduto spedite per circa due settimane nonostante il Paese stia affrontando un nuovo picco di contagi, che ha portato al terzo lockdown dalla primavera, e una situazione politica caotica, con la Knesset costretta allo scioglimento il 23 dicembre, la fine di fatto della coalizione di governo di Blu e Bianco-Likud e il Paese diretto verso le quarte elezioni in due anni, il prossimo 23 marzo.

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