“Israele ci bombarda, non sappiamo cosa faranno i ribelli”: il racconto dalla Siria dopo la fine di Assad
"Ora mi trovo alla periferia di Damasco e qui siamo chiusi in casa, come tantissimi altri. Dopo quello che è accaduto l'altro ieri, molti invece sono andati via, anche a piedi, hanno cercato di lasciare la città e andare verso Nord. Quello che è accaduto ha fatto tanta paura alle persone perché chi è arrivato non sappiamo bene chi è".
A parlare è il signor Ali, una delle tante persone che nei giorni scorsi ha vissuto la caduta dell'ex presidente siriano Bashar al-Assad e la presa della città di Damasco da parte dei ribelli dell'HTS (Hayat Tahrir al Sham), il gruppo militante islamista sunnita che ha rovesciato il regime. L'uomo ha raccontato telefonicamente a Fanpage.it cosa è accaduto nei giorni scorsi e la situazione attuale.
"I soldati dell'esercito si sono ritirati senza combattere, sono corsi via quando le truppe dell'HTS non erano ancora entrate in città, lasciando le armi a terra. Quello che è accaduto intorno a Damasco non è stata una battaglia, l'esercito siriano si è semplicemente ritirato", aggiunge ancora Ali.
Molta gente si è chiusa in casa, tanti sono scappati ma altri ancora sono scesi in strada per festeggiare. Le armi dei soldati sono state raccolte da bambini e ragazzi che durante i festeggiamenti sparavano in aria, come spiega Ali: "Questa cosa è durata quasi 48 ore, oggi la situazione è migliorata, si vede che l'HTS sta riprendendo il controllo".
"Intanto, i mercati e i panifici hanno riaperto, le cose necessarie si trovano. – aggiunge – È tornata anche l'acqua, erano 5-6 giorni che non riuscivo a fare la doccia. Ma ora siamo preoccupati per due aspetti, uno reale e uno psicologico".
"Da un lato, c'è Israele che sta continuando a bombardare la periferia di Damasco in un modo spaventoso, con aerei e droni, non abbiamo dormito perché sentivamo i colpi. Non sappiamo perché e cosa vogliono. Israele al confine ha preso alcune zone ma non è chiaro se vogliono espandersi oltre, non capiamo bene la situazione", spiega Ali.
"La seconda cosa che ci preoccupa è il nuovo. – osserva – Assad è caduto e c'è già una lista di ministri, la Difesa dovrebbe andare a Jolani. Ma siamo molto preoccupati perché non sappiamo che atteggiamento avranno i ribelli e su cosa si baserà la legge, se manterranno la loro forte componente religiosa".
"Oggi ho visto soldati dell'HTS, con la barba lunga e vestiti strani, e mi hanno un po' intimorito, ma li ho visti aiutare le persone, dare indicazioni. Agli impiegati pubblici è stato detto di tornare a lavorare, anche se i servizi al pubblico non sono ancora disponibili perché molti sono scappati", racconta.
"Le notizie che sono arrivate dai social e dai media restano parziali e il rischio che i ribelli reagiscano in modo integralista c'è, ma le persone che ho visto io mi sono sembrate molto tranquille".
La coalizione di milizie che ha rovesciato Bashar al Assad ha già fatto sapere, tramite un loro portavoce, che il nuovo governo in Siria non imporrà il velo alle donne, né introdurrà alcuna forma di limitazione alle libertà individuali.
"Spero che le cose a livello governativo siano davvero diverse – auspica Ali – perché i membri non sono tutti dello stesso colore, ci sono anche cristiani maroniti, per esempio. Rispetto alla situazione precedente potrebbe esserci un miglioramento, ma la situazione è ancora molto incerta".