Israele bombarda la Siria, almeno 18 morti. Netanyahu: “IDF si prepari ad attacco in Libano”
È di almeno 18 morti il bilancio di un'operazione condotta dall'aviazione israeliana in Siria. A confermarlo l'Osservatorio siriano per i diritti umani (OSDH), secondo cui almeno i raid avrebbero preso di mira in particolare un'are in cui sono presenti siti militari. Tra le vittime ci sarebbero anche numerosi civili e altre decine persone sarebbero rimaste ferite. "Tredici violente esplosioni hanno avuto luogo nell'area, che ospita centri di ricerca scientifica", ha affermato l'organizzazione non governativa in un comunicato.
"Gruppi filo-iraniani ed esperti di sviluppo di armi" sono presenti nella zona, ha aggiunto la fonte. L'OSDH, con sede nel Regno Unito, dispone di una vasta rete di fonti nel Paese. L'agenzia di stampa ufficiale siriana, Sana, aveva riferito in precedenza di 19 feriti vicino alla città di Masjaf, secondo fonti mediche. "Intorno alle 23:20, il nemico israeliano ha effettuato un attacco aereo dal Libano nord-occidentale contro una serie di siti militari nella regione centrale", ha dichiarato Sana citando una fonte militare. Dall'inizio della guerra civile siriana nel 2011, Israele ha condotto attacchi in Siria, in particolare contro gruppi filo-iraniani. Le operazioni di Israele in Siria si sono intensificate dopo l'attacco del gruppo islamista palestinese Hamas contro Israele il 7 ottobre, che ha scatenato la guerra nella Striscia di Gaza.
L'attacco israeliano in territorio siriano avviene in un momento di crescenti tensioni nella regione, con i funzionari iraniani che continuano a impegnarsi a rispondere all'assassinio del capo di Hamas Ismail Haniyeh, avvenuto a Teheran a luglio. L’Iran, che mantiene una presenza militare in Siria, aveva promesso una " dura punizione" per Israele per l’omicidio, ma nessun attacco iraniano si è concretizzato più di 40 giorni dopo l’assassinio. La scorsa settimana, Mohsen Chizari, uno dei comandanti di spicco del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC), ha affermato che la risposta dell'Iran arriverà "a tempo debito".
Intanto il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha detto ieri di avere chiesto all'esercito di prepararsi a intervenire in Libano. "Il braccio più forte dell'Iran è Hezbollah in Libano. Ho incaricato l'IDF (l'esercito di Tel Aviv, ndr) e tutte le forze di sicurezza di prepararsi a cambiare questa situazione. Non possiamo continuare nella situazione attuale e siamo obbligati a riportare in sicurezza tutti i residenti del nord nelle loro case".