Israele bombarda Gaza, almeno 42 morti. Raid anche a Beirut, il premier libanese: “Violata la tregua”

Il premier libanese Nawaf Salam ha condannato con fermezza il raid aereo israeliano che nelle ultime ore ha colpito la periferia sud della capitale Beirut, definendolo una "chiara violazione" della tregua entrata in vigore lo scorso novembre per porre fine alle ostilità tra Israele e Hezbollah. Secondo Salam, il bombardamento rappresenta una "flagrante violazione della Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU", che nel 2006 sancì la fine del conflitto tra le due parti.
"L'aggressione israeliana ci costringe a intensificare gli sforzi per mobilitare il sostegno internazionale a favore della nostra piena sovranità", ha aggiunto la presidenza libanese in un comunicato diffuso su X.
L'esercito israeliano (IDF) ha confermato di aver condotto l'attacco nella zona di Dahiyeh, roccaforte di Hezbollah a Beirut, prendendo di mira Hassan Bdair, esponente di spicco del "Partito di Dio" e delle Forze al-Quds dei Pasdaran iraniani. Secondo un comunicato congiunto delle forze di sicurezza israeliane, Bdair era coinvolto in operazioni con Hamas e stava pianificando un "attacco terroristico imminente contro i civili israeliani". L'attacco ha causato la morte di almeno tre persone e il ferimento di altre sette, secondo il ministero della Salute libanese.
A Gaza altri 42 palestinesi uccisi nelle ultime 24 ore
Nel frattempo, continua il massacro nella Striscia di Gaza. Il ministero della Salute dell'enclave palestinese riferisce che gli ospedali hanno ricevuto almeno 42 corpi e curato 183 feriti nelle ultime 24 ore. Il bilancio però continua a salire mentre i raid di Israele si intensificano. Da quando è stato violato il cessate il fuoco, il 18 marzo, lo stato ebraico ha ucciso almeno 1.042 palestinesi e ne ha feriti più di 2.542. Il numero totale dei morti dall'inizio della guerra, scoppiata dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre, è salito a 50.399.
Soldato israeliano ammette: "Usiamo i palestinesi come scudi umani"
In questo quadro, un ex soldato israeliano che ha prestato servizio a Gaza per nove mesi ha ammesso che l'esercito costringe sistematicamente i palestinesi a fare da scudi umani, una pratica nota come "protocollo della zanzara". Scrivendo in forma anonima per il quotidiano israeliano Haaretz, il soldato ha descritto come l'uso dei cosiddetti "shawish", ovvero palestinesi costretti a sgomberare le case prima dell'ingresso dei soldati, si sia diffuso all'interno delle unità di fanteria. Il militare ha affermato che ormai ogni plotone ne ha almeno uno, e che intere brigate gestiscono di fatto un "sottoesercito di schiavi".