Israele attacca il Libano, raid distrugge edificio nel centro di Beirut: diversi morti e feriti
Un nuovo raid su Beirut attribuito a Israele avrebbe fatto almeno quattro morti e 23 feriti, secondo quanto riportato dalla tv al-Manar, affiliata a Hezbollah, che cita fonti sanitarie libanesi. L'agenzia di stampa statale libanese Nna ha riferito che aerei dell'IDF hanno "completamente distrutto un edificio residenziale di otto piani con cinque missili", lasciando un cratere sul terreno nel quartiere Basta.
Giornalisti dell'Afp presenti sul posto hanno confermato di aver udito almeno tre forti esplosioni. Le forze armate israeliane non avrebbero emesso alcun ordine di evacuazione dei civili prima di colpire, diversamente da quanto avvenuto in precedenti attacchi contro obiettivi di Hezbollah nei sobborghi meridionali della capitale libanese.
Non è stato l’unico attacco condotto nella notte dall’aeronautica israeliana, sebbene sia indubbiamente stato il più grave. Diversi edifici sono stati presi di mira dall'IDF, tra cui due situati alla periferia sud di Beirut, nel settore densamente popolato di Chiyah di Ghobeiry, che ospita vari centri commerciali.
Missili di Hezbollah contro base Unifil in Libano, feriti 4 militari italiani
Intanto stanno tutti bene i quattro caschi blu della Brigata Sassari, rimasti lievemente feriti in un attacco avvenuto ieri alla base Unifil 2-3 di Shama, nel sud del Libano, probabilmente causato da missili di Hezbollah.
A confermare l'attacco è stato il Ministero della Difesa: i due razzi hanno colpito un bunker della base e un locale vicino alla polizia militare internazionale, causando danni alle infrastrutture circostanti. L’esplosione ha frantumato alcuni vetri, che hanno ferito i quattro militari.
"Apprendo con profonda indignazione e preoccupazione la notizia dei nuovi attacchi subiti dal quartier generale italiano di Unifil nel sud del Libano, che hanno causato anche il ferimento di alcuni nostri militari impegnati in missione di pace". Cosi', in un post su X, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni.