Israele ha fatto uscire 800 Caschi bianchi e i loro familiari dal territorio siriano. L’evacuazione dei volontari della difesa civile nella vicina Giordania è avvenuta durante la notte su richiesta degli Stati Uniti e di alcuni Paesi europei. Su Twitter, l'esercito israeliano ha giustificato l’operazione in quanto la vita dei soccorritori era minacciata. “Abbiamo salvato centinaia di loro e le loro famiglie. Sono passati attraverso Israele e ora sono fuori pericolo”.
I cittadini siriani sono passati dal valico di Kuneitra e sono così entrati nelle alture del Golan da dove l'esercito israeliano li ha accompagnati fino al confine con la Giordania. “Quei civili – ha aggiunto – sono stati evacuati da zone di combattimento nella Siria meridionale perché si trovavano esposti a una minaccia immediata di morte". Si è trattato – ha precisato il portavoce – di un gesto umanitario “di carattere eccezionale" in quanto “Israele continua a mantenere una politica di non-intervento per quanto riguarda il conflitto siriano”.
Raed al-Saleh, a capo dei Caschi bianchi, ha confermato ad Al Jazeera l'esito dell’operazione: “Un numero di volontari è stato evacuato assieme ai loro familiari per motivi puramente umanitari”. Israele non ha fornito dettagli sul numero di coloro che sono stati evacuati ma la Giordania ha confermato che sono 800 i Caschi bianchi entrati nel Paese. Per la Bbc, i membri del corpo di volontari fatti uscire dalla Siria sarebbero invece poco più della metà, 442. Dopo aver raggiunto la Giordania, molti dei volontari dovrebbero proseguire verso alcuni Paesi che daranno loro asilo. Il Canada ha già fatto sapere di aver accettato 50 Caschi bianchi e i loro familiari, per un totale di 250 persone. Le altre destinazioni dovrebbero essere il Regno Unito e la Germania.
Con l’avanzata dell’esercito siriano verso sud, la vita dei volontari impegnati nel soccorso alla popolazione civile nelle zone controllate dai ribelli era in pericolo. Dopo una campagna di bombardamenti iniziata il mese scorso, le truppe di Damasco hanno ormai riconquistato quasi il 90% del sud della Siria. La settima scorsa, seguendo un copione già visto ad Aleppo e nella Ghouta orientale, è stato siglato un accordo tra le forze ribelli e il governo di Bashar al Assad per permettere ai civili di abbandonare la zona. Ancora una volta, carovane di autobus si sono dirette verso nord, nella provincia di Idlib, dove vivono gli sfollati dei teatri di una guerra che dura già da oltre sette anni.
