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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

Israele accetta la proposta degli Usa per il cessate il fuoco a Gaza, Blinken: “Ora tocca a Hamas”

Benjamin Netanyahu, primo ministro israeliano, ha accettato le condizioni proposte dagli Stati Uniti per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Ad annunciarlo è il segretario di Stato Usa Antony Blinken: “Ora spetta ad Hamas fare lo stesso”. I negoziati continueranno questa settimana in Egitto.
A cura di Luca Pons
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"Il premier Benjamin Netanyahu ha cambiato la sua posizione" sulla proposta degli Stati Uniti per le condizioni di un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza: "In un incontro molto costruttivo oggi, mi ha confermato che Israele accetta la proposta americana. La sostiene. Ora spetta ad Hamas fare lo stesso". Lo ha dichiarato Antony Blinken, il segretario di Stato dell'amministrazione Biden, in viaggio a Tel Aviv. Oggi, Blinken aveva avuto un faccia a faccia da circa tre ore con il primo ministro israeliano. Dopo un incontro con le famiglie degli ostaggi israeliani trattenuti da Hamas, lo statunitense ha parlato con la stampa e ha confermato che da Israele è arrivato il via libera per l'accordo. In un video, il premier israeliano ha affermato che la prima fase dell'accordo dovrà portare alla liberazione del "numero massimo di ostaggi in vita.

Netanyahu "raggiungerà un accordo a causa del pericolo per la sicurezza del Paese", ha detto Blinken. "C'è un senso di urgenza qui e in tutta la regione per raggiungere il traguardo e arrivarci il prima possibile" perché "il conflitto non si estenda". L'ultimo incontro per i negoziati si era svolto nel fine settimana a Doha, in Qatar, (senza Hamas), mentre dei colloqui paralleli si tenevano in Egitto. Questa settimana ci sarà un nuovo summit al Cairo tra i mediatori per raggiungere un accordo. Già confermata la presenza dei negoziatori israeliani.

Domani sarà in Egitto lo stesso Blinken, che ha continuato: "I mediatori dovrebbero riunirsi e completare un processo nel quadro del quale arriveranno a capire come attuare gli impegni dell'accordo" Le parti devono arrivare "a intese chiare su come implementeranno gli impegni assunti in base a questo accordo", e il "prossimo passo importante è che Hamas dica di sì". A gestire la questione sarà la nuova guida politica di Hamas, Yahya Sinwar

Blinke, nelle ore prima dell'annuncio, aveva enfatizzato l'importanza di questa fase: "È un momento decisivo, probabilmente la migliore, forse l'ultima, opportunità per riportare a casa gli ostaggi e per ottenere un cessate il fuoco" a Gaza, aveva detto detto al presidente israeliano Isaac Herzog, aggiungendo: "Stiamo cercando di assicurarci che non ci sia un'escalation, che non ci siano provocazioni, che non ci siano azioni che in qualche modo potrebbero allontanarci dal portare a termine questo accordo". Il ministro per la Difesa israeliano Yoav Gallant aveva dichiarato: "L'apparato di difesa israeliano è impegnato a continuare a operare a Gaza finché non saranno raggiunti gli obiettivi della guerra: il ritorno degli ostaggi e lo smantellamento di Hamas". D'altra parte anche altri esponenti del governo israeliano negli scorsi giorni erano sembrati contrari ai negoziati.

La proposta statunitense, secondo quanto emerso finora, porterebbe a una pausa temporanea nel conflitto, della durata di sei settimane, durante la quale si potrebbero aprire dei negoziati più ampi per arrivare a una conclusione definitiva. Le forze armate di Israele accetterebbero di ritirarsi dalle zone più densamente popolate di Gaza, permettendo agli sfollati di tornare a nord della Striscia. Ci potrebbe poi essere la liberazione degli ostaggi israeliani, in cambio della libera di prigionieri palestinesi da parte di Israele. Poi potrebbero iniziare le trattative per la ricostruzione di Gaza. Ma per il momento si tratta di prospettive ancora lontane.

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