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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

Israele, 500mila persone in piazza contro Netanyahu. Hamas: “Ostaggi uccisi perché non ha accettato tregua”

Oltre 500mila persone sono scese in piazza in diverse città in Israele per protestare contro il governo dopo l’uccisione di sei ostaggi catturati da Hamas durante l’attacco del 7 ottobre. Sull’autostrada Ayalon a Tel Aviv ci sono stati scontri con la polizia. Oggi indetto lo sciopero generale. Raid su una scuola che ospitava profughi palestinesi: almeno 11 morti.
A cura di Eleonora Panseri
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Le proteste in Israele per uccisione degli ostaggi
Le proteste in Israele per uccisione degli ostaggi
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Oltre 500mila persone, secondo gli organizzatori delle manifestazioni, sono scese in piazza in diverse città in Israele per protestare contro il governo dopo l'uccisione di sei ostaggi catturati da Hamas durante l'attacco del 7 ottobre. Sull'autostrada Ayalon a Tel Aviv ci sono stati scontri con la polizia.

Le forze dell'ordine hanno sparato granate stordenti per liberare le carreggiate, mentre, secondo i media locali, almeno 20 persone sono state arrestate e la parlamentare laburista Naama Lazimi è rimasta ferita.

Durante la proteste alcuni dimostranti hanno gridato: "Bibi sta uccidendo gli ostaggi!", accusando il premier Benjamin Netanyahu di non fare abbastanza per trovare un accorso con Hamas per la loro liberazione.

Dopo alcune ore i manifestanti hanno lasciato Ayalon Darom e Lil Gallant, ma le strade non sono state riaperae al traffico perché durante il blocco i dimostranti hanno lanciato pietre, pezzi di recinzioni, chiodi e ferri, hanno acceso falò e hanno sparato fuochi d'artificio.

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Hamas: "Ostaggi uccisi perché Netanyahu rifiuta accordo"

Il premier Netanyahu, dopo aver atteso diverse ore prima di commentare l'accaduto, ha detto in un video-messaggio che "chi uccide gli ostaggi non vuole un accordo". "Hamas è contro il negoziato da dicembre", ha aggiunto, e "il fatto che continui a commettere atrocità come quelle commesse il 7 ottobre ci obbliga a fare tutto il possibile per garantire che non possa più farlo".

Le proteste in Israele per uccisione degli ostaggi
Le proteste in Israele per uccisione degli ostaggi

Ma, secondo Khalil al-Hayya, alto funzionario di Hamas, sarebbero state proprio le dure richieste del primo ministro Benjamin Netanyahu per un cessate il fuoco e un accordo sulla presa degli ostaggi sono la causa della morte degli ostaggi.

"La risposta di Netanyahu alla nostra accettazione del documento presentato dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden è stata evasiva, seguita dall'imposizione di diverse nuove condizioni. Netanyahu ha insistito per rimanere a Philadelphia e Netzarim e si è rifiutato di rilasciare i nostri prigionieri anziani che scontano l'ergastolo", ha raccontato al-Hayya ad Al Jazeera.

"Non siamo interessati a negoziare le nuove condizioni di Netanyahu. Il movimento decide di non scendere a compromessi sulla proposta del 2 luglio".

Le proteste in Israele per uccisione degli ostaggi
Le proteste in Israele per uccisione degli ostaggi

Appello allo sciopero generale in Israele

Per oggi, lunedì 2 settembre, è stato lanciato un appello allo sciopero generale, accolto dall'Histadrut, il più importante sindacato dei lavoratori.

Questa mattina è iniziato il blocco dei voli all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv che potrebbe essere prorogato oltre le 10, nonostante le forti pressioni del governo affinché riprendano le operazioni. Lo hanno dichiarato alcuni funzionari dell'aeroporto al notiziario di Channel 12.

Al momento i voli non partono e i bagagli registrati non vengono caricati sugli aerei. Un funzionario della Federazione del lavoro dell'Histadrut ha dichiarato che l'organizzazione sta valutando di estendere lo sciopero generale a domani.

"Da domani alle 6 del mattino l'intero settore del lavoro sciopererà. Un accordo è più importante di qualsiasi altra cosa", ha avvertito il capo del sindacato, Arnon Bar-David, sostenendo di aver parlato con molti membri dell'apparato di sicurezza e di ritenere che l'accordo sia bloccato "a causa di considerazioni politiche".

Le proteste in Israele per uccisione degli ostaggi
Le proteste in Israele per uccisione degli ostaggi

"Stiamo ricevendo sacchi per cadaveri invece di un accordo", ha aggiunto, "sono arrivato alla conclusione che solo il nostro intervento possa convincere coloro che devono essere convinti". Tra quanti avevano già annunciato l'adesione all'iniziativa di domani c'è il sindaco di Tel Aviv, Ron Huldai.

A favore dello sciopero generale per "fermare il Paese" anche il leader dell'opposizione Yair Lapid, che in un video ha esortato la popolazione ad aderire alle proteste, a cominciare dalla veglia serale a Tel Aviv presso la sede del Forum, seguita da una manifestazione.

"Erano vivi. Netanyahu e il suo gabinetto della morte hanno scelto di non salvare gli ostaggi. Chiedo al sindacato Histadrut, alle grandi aziende e alle autorità locali di fermare l'economia", ha affermato il leader di Yesh Atid, sottolineando che "non si può andare avanti così".

Raid israeliano contro scuola che ospitava sf0llati palestinesi: almeno 11 morti

Almeno 11 persone sono rimaste uccise in un attacco aereo israeliano contro una scuola che ospitava sfollati palestinesi. Lo riferiscono i funzionari sanitari, scrive il Guardian.

"Undici persone sono rimaste uccise quando un raid israeliano ha colpito la scuola Safad, a Gaza City, che ospitava sfollati", ha dichiarato il portavoce dell'agenzia di difesa civile Mahmud Bassal, aggiungendo che diverse persone sono rimaste ferite. Secondo un funzionario medico di Gaza, l'attacco ha preso di mira "una stanza usata dalla polizia".

Da parte sua, l'esercito israeliano afferma di aver preso di mira "terroristi di Hamas che operavano da un centro di controllo in un'area che era la scuola di Safad".

Chi erano i sei ostaggi uccisi da Hamas

I sei ostaggi uccisi
I sei ostaggi uccisi

I corpi dei sei ostaggi rapiti durante l'attacco di Hamas il 7 ottobre in Israele sono stati ritrovati in un tunnel nella Striscia di Gaza. Cinque erano stati rapiti dal festival musicale Nova dal commando. Eden Yerushalmi, 24 anni, era una barista al festival Nova.

Il 7 ottobre alle 7.30 aveva chiamato la sua famiglia terrorizzata perché aveva visto uomini armati avvicinarsi. Si era rifugiata prima in un'auto, dove aveva trovato i corpi di due sue amiche, ma dopo un'ora, uno dei loro telefoni aveva iniziato a squillare, costringendola a lasciare l'auto e nascondersi in un cespuglio per evitare di essere scoperta. "Shani, mi hanno trovato", era stata la sua ultima frase in una telefonata alla sorella.

Carmel Gat, 39 anni, appena tornata da un viaggio in India, era con i suoi genitori e la famiglia di suo fratello Alon quando era stata rapita dal kibbutz Beeri. Solo suo padre, Eshel, era riuscito a nascondersi. Un video la mostrava insieme alla madre Kinneret portata via da uomini armati. Alon e sua nipote Gefen erano riusciti poi a liberarsi dei loro rapitori, ma sua madre era stata trovata morta. La cognata Yarden Roman-Gat, anche lei presa in ostaggio, era stata rilasciata a novembre.

Alexander Lobanov, 32 anni, era il capo barista del Nova Festival. Secondo i parenti si era nascosto in un uliveto prima di essere catturato. Nella sua casa di Ashkelon, nel sud di Israele, al confine con Gaza, lo aspettavano la moglie Michal, il loro primo figlio che aveva due anni al momento del rapimento, e i suoi genitori disabili di cui si prendeva cura. Non ha mai visto il suo secondo figlio, nato a marzo.

Ori Danino, 25 anni, primogenito di cinque figli, era fidanzato con Liel e avrebbe dovuto iniziare gli studi di ingegneria elettrica. Era stato rapito mentre tornava al Nova per prendere i suoi amici Omer Shemtov e Maya e Itay Regev, fratello e sorella, tutti presi in ostaggio.

Ori Danino era riuscito a farli salire sulla sua macchina, che era stata presa di mira dagli uomini di Hamas. Maya Regev e suo fratello Itay sono stati rilasciati a novembre mentre Omer Shemtov è ancora detenuto a Gaza.

Le proteste in Israele per uccisione degli ostaggi
Le proteste in Israele per uccisione degli ostaggi

Almog Seroussi, 26 anni, priginario di Raanana, nel centro di Israele, lavorava nella produzione musicale. Era stato rapito mentre cercava di aiutare la sua fidanzata Shahar Gindi, colpita da proiettili tra la folla del festival Nova. Mentre cercava di prestarle il primo soccorso, era stato catturato e lei non era sopravvissuta.

Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, i suoi genitori Jonathan e Rachel avevano lasciato gli Stati Uniti partecipando all'aliya in Israele quando lui aveva sette anni. Aveva due sorelle più giovani ed era al Nova con tre amici. Quando era iniziato l'attacco si era rifugiato in una buca lungo la strada, ma era stato scoperto e due suoi amici uccisi.

Il 24 aprile Hamas aveva pubblicato un video di lui vivo. I suoi genitori avevano condotto una campagna di alto profilo in Israele e negli Stati Uniti per il suo rilascio e avevano incontrato più volte il presidente degli Stati Uniti Joe Biden.

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