Isis: “Ostaggio Usa uccisa sotto le bombe giordane”
La donna statunitense ostaggio dei miliziani dell'Isis in Siria, Kayla Jean Mueller, è stata uccisa. A dare l'annuncio lo stesso Stato islamico che però ha addebitato la morte della donna ai raid aerei dell'aviazione militare della Giordania. Lo riferisce sul suo profilo twitter la direttrice del Site Rita Katz. Site, che monitora i siti jihadisti, ha pubblicato alcune foto di un edificio, prima integro poi in macerie, e anche la foto della cooperante. La 26enne cooperante statunitense era nelle mani dell'Isis dall'agosto dello scorso anno dopo essere stata rapita in Siria mentre stava portando aiuti umanitari alle popolazioni colpite nel Paese martoriato dalla guerra civile. Pochi giorni fa lo stesso presidente Usa Barack Obama aveva assicurato che "gli Stati Uniti stanno facendo tutto quello che è in loro potere per salvare la donna americana nella mani dell’Isis". Gli sforzi in particolare si erano intensificati dopo la decapitazione dei due ostaggi giapponesi e la successiva brutale esecuzione dell'ostaggio giordano, il pilota di caccia bruciato vivo dai jihadisti.
"La donna era a Raqqa"
Proprio in seguito alla morte del pilota, la Giordania ha intensificato gli attacchi aerei contro l'Isis. "La Giordania colpirà l’Isis ovunque" aveva annunciato il ministro degli Esteri giordano, aggiungendo: "È solo l’inizio della nostra ritorsione in risposta a questa orribile e brutale uccisione del nostro giovane e coraggioso pilota". Secondo l'Isis sarebbe stato proprio in uno di questi raid che una bomba avrebbe centrato l'edificio dove era tenuta prigioniera l'ostaggio Usa. La donna infatti secondo il Califfato "è rimasta uccisa quando un aereo giordano ha colpito l’edificio dove si trovava nel governatorato di Raqqa, in Siria". Secondo alcuni media, i jihadisti avevano chiesto più di 6 milioni di dollari per il rilascio della donna.
La Giordania: "Montatura per spaccare la coalizione
Dagli Stati Uniti per il momento non confermano la morte della donna rapita, mentre il governo giordano parla di montatura per spaccare la coalizione anti Isis. Secondo il Pentagono infatti al momento "non ci sono prove" dell'uccisione della 26enne. Il ministro dell'Interno di Giordania, Hussein Al Majali, dal suo canto parla di "montatura e un'altra trovata di pubbliche relazioni" dell'Isis per spaccare la coalizione. Fonti di Amman ipotizzano anche che la ragazza si stata uccisa prima o che sia stata utilizzata come scudo umano contro i raid aerei.