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Talebani a Kabul: le ultime news sull'Afghanistan

Isis-K, chi sono i terroristi di Kabul che odiano i talebani

Chi sono gli attentatori dell’Isis-K, il gruppo terroristico che odia i talebani. Il ramo afghano dello Stato Islamico ha rivendicato il duplice attacco kamikaze avvenuto ieri nei pressi dell’aeroporto di Kabul. Il gruppo di “fondamentalisti reietti” delusi per “l’indulgenza dei loro comandanti” raccoglie estremisti dall’Afghanistan, Tagikistan, Uzbekistan, Turkmenistan e Pakistan.
A cura di Gabriella Mazzeo
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L'Isis K ha rivendicato il duplice attacco kamikaze all'aeroporto di Kabul avvenuto nella giornata di ieri 26 agosto. La costola afghana di Daesh nemica dei talebani ha causato almeno 90 vittime secondo quanto riportato dalla Cnn: tra queste più di 70 civili afghani e 13 Marines. Altre 150 persone sono rimaste invece ferite nel duplice attentato. Anche il presidente americano Joe Biden ha attribuito la strage all'Isis Khorasan, giurando vendetta nonostante il ritiro delle truppe confermato per il 31 agosto (anche se, di fatto, le evacuazioni dovrebbero continuare anche dopo quella data). L'Isis-K (o Iskp) è un gruppo terroristico che fa capo alla provincia di Khorasan. Da alcuni giorni si attribuiva a questo ramo dei fondamentalisti l'intenzione di compiere un attentato suicida. Il gruppo terroristico che raccoglie miliziani afghani dell'Isis e i "delusi" da al-Qaeda reputa i talebani "infedeli", in quanto troppo indulgenti nelle trattative con gli occidentali. In particolare, puntano il dito contro l'accordo di Doha del 2020 stipulato con gli Stati Uniti di Donald Trump. Il 29 febbraio 2020 l'ex presidente ha stabilito la fine del conflitto armato in Afghanistan iniziato nel 2001 disponendo il totale ritiro delle forze armate americane dal Paese.

Chi sono e cosa vogliono i miliziani dell'Isis afghana

Obiettivo di questi fondamentalisti sono gli occidentali, gli afghani che hanno collaborato con la comunità internazionali e gli stessi talebani, considerati musulmani infedeli che "trattano con gli americani". Il gruppo terroristico è guidato da Shahab al-Mujari da circa un anno e mezzo. Si tratta di un ex militante di al-Qaeda che ha permesso all'Isis-K di rappresentare nuovamente una minaccia per i talebani ormai al potere. L'organizzazione nasce nel 2015, quando alcuni qaedisti pakistani e militanti afghani dell'Isis si incontrano per dare naturalmente vita a un nuovo ramo terroristico di "delusi" dai gruppi correnti. I miliziani sostenevano di non ritrovarsi più nelle azioni dei loro comandanti, ritenuti troppo inclini alle trattative con gli americani. I loro primi attentati risalgono al 2015: il gruppo inizia a rivendicarne la paternità presentandosi come "Provincia del Khorasan dello Stato Islamico". Il Khorasan sarebbe storicamente il nome con il quale si fa riferimento ai territori uniti sotto un antico califfato che includeva parti dell'Afghanistan, Tagikistan, Uzbekistan, Turkmenistan e Pakistan. L'Isis-K ha trovato un terreno fertile per prendere forza nella regione Waziristan (nascondiglio di Osama Bin Laden), abbandonata alle scorribande dei criminali.  A consolidare definitivamente il nuovo gruppo fu la rottura dell'alleanza tra qaedisti e Isis in Siria: la guerra jihadista per il controllo del territorio in Afghanistan ha condotto talebani e califfato allo scontro armato. Lì dove le due parti combattevano l'una contro l'altra, i "delusi" fondavano un nuovo gruppo che si proponeva di sconfiggere la "corruzione" all'interno dei movimenti fondamentalisti.

La lotta agli "infedeli" e l'interesse per il narcotraffico

Dal 2018 in poi, l'Isis-K si è rintanato in piccole aree dove sopravviveva grazie al controllo di alcune miniere. Qui si è ingrandito e ulteriormente organizzato, raccogliendo militari pashtun pakistani, disertori afghani, estremisti uzbeki e altri reduci dello Stato islamico siro-iracheno. Nel 2019, il gruppo ha tentato di entrare nel business del narcotraffico, lì dove i Talebani sono ampiamente presenti in Afghanistan. Per questo motivo il nuovo governo si contrappone violentemente ai fondamentalisti del Khorasan, sostenendo di volerli tenere "lontani dalle zone sotto il loro controllo". L'Isis pakistana è riuscita a riprendere possesso di diversi territori, estendendosi anche in Nangarhar, Kunar, Nuristan, Badakhshan.

Secondo l'Onu sono 2.500 circa i miliziani arruolati dall'Isis-K. Si tratta di una "brigata mista" del terrore che raccoglie i reietti dei diversi gruppi di fondamentalisti. Preoccupa in particolare la capacità di attrarre i talebani più estremisti di al-Qaeda, contrari agli accordi di pace, e i combattenti che fuggivano dalla Siria. La volontà dell'Emirato afghano di mostrare (solo in apparenza) un volto più democratico all'occidente sta provocando una nuova ondata di defezioni tra i talebani più vicini ad al-Qaeda.

L'obiettivo dell'Isis-K è quello di affermarsi come principale gruppo fondamentalista in Afghanistan, sconfiggendo i talebani. Da qui, poi, vorrebbero costruire una nuova base del jihadismo globale, rendendolo assolutamente anti-occidentale e senza possibilità di sconti. Nel mondo punta a fare terra bruciata di "infedeli e traditori della propria fede (apostati)". Gli attacchi più efferati dell'Isis-K sono stati rivolti negli anni contro l'etnia Hazara, afghani dai tratti mongoli in larga parte sciiti. Nel mese di marzo hanno compiuto un terribile attacco terroristico in un tempio Sikh, causando 25 vittime tra i pellegrini, mentre nel mese di maggio 2020 hanno provocato un'esplosione nel reparto maternità di un ospedale di Kabul con 16 morti.

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