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Isis distrugge il tempio di Baalshamin a Palmira

È quanto sostengono gli attivisti: dopo l’orrore della decapitazione di Khaled al Asaad lo Stato Islamico avrebbe distrutto uno dei capolavori dell’antica città della Siria.
A cura di Susanna Picone
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Dopo l’orrore di qualche giorno fa della decapitazione di Khaled al Asaad, uno dei massimi esperti siriani di antichità ed ex direttore del sito archeologico di Palmira, i miliziani dello Stato Islamico avrebbero distrutto uno dei principali templi dell'antica perla nel deserto siriano. Si tratta del tempio di Baalshamin, a poche decine di metri dal teatro romano della città, dove l’Isis aveva inscenato alcune esecuzioni pubbliche. Anche questa volta a dare notizia dell’ennesimo scempio dell’Isis è l'ong Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), che cita alcuni residenti della città in fuga dalla furia assassina dei jihadisti. “Daesh (acronimo arabo dell'Isis) ha piazzato una grande quantità di esplosivo nel tempio di Baalshamin e poi lo ha fatto esplodere. L'edificio è andato distrutto quasi completamente”, ha dichiarato Maamoun Abdulkarim, direttore generale delle Antichità e dei musei di Siria. Il santuario di Baalshamin (Il signore del Cielo) è del secondo secolo dopo Cristo ed è dedicato a una divinità assimilabile a Mercurio.

Palmira da mesi sotto attacco dell’Isis

Il sito archeologico di Palmira – uno dei più importanti di tutto il Medio Oriente, dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’Unesco – è da mesi sotto attacco dell'Isis e la distruzione del tempio di Baalshamin è l'ennesimo duro colpo per l'antica città semita situata nel centro della Siria. Palmira è stata conquistata dallo Stato Islamico lo scorso maggio. Finora l’Isis ha già distrutto diversi siti archeologici in Siria e in Iraq, da Nimrud, la città che fu capitale dell’Impero assiro, a Hatra. Il museo di Palmira raccoglie numerosi reperti ritrovati nel sito archeologico che testimoniano l'alto livello di raffinatezza raggiunto dall'arte palmirea: per timore di distruzioni molte statue e reperti sono stati trasferiti in altre località già prima dell'assalto finale dell'Isis.

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