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Isis, così i jihadisti siriani comprano armi su Facebook

Dalle pistole Glock di fabbricazione austriaca fino ai lanciamissili TOW forniti dagli Stati Uniti ai ribelli anti-Assad. Alcune delle armi in vendita sul social network potrebbero essere finite nelle mani degli estremisti islamici che combattono in Siria con l’Isis.
A cura di Mirko Bellis
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Facebook ha raggiunto oltre 1,5 miliardi di utenti. Tra questi c’è anche un gruppo siriano che ha pensato di creare una pagina sul più famoso social network per vendere qualsiasi tipo di armi: dalle pistole Glock di fabbricazione austriaca fino ai lanciamissili TOW forniti dagli Stati Uniti ai ribelli anti-Assad.

Le fotografie con le armi facevano bella mostra nella pagina “The first weapons market in the Idleb countryside" (Il primo mercato delle armi nella campagna di Idlib).

Alcune armi apparivano con il prezzo scritto sopra la foto. Una pistola Glock a 2200 dollari, mentre un lanciagranate AGS-17 dell’epoca sovietica arrivava a 3800. Assieme alla armi, gli amministratori siriani della pagina offrivano anche visori notturni della Flir, una multinazionale statunitense con sede nell'Oregon. Gli acquirenti potevano anche fare delle richieste specifiche se tra le armi proposte non c’era quanto richiesto. E’ il caso di un cliente dalla Mauritania che chiedeva una pistola 9mm con silenziatore. Un venditore invece postava: “Vendo proiettili da 105mm (per essere impiegato dall'artiglieria), per ulteriori informazioni contattarmi al…”. Gli amministratori della pagina invitavano i possibili clienti a continuare la contrattazione in privato su Whatsapp.

Gli armamenti comprendevano anche i lanciamissili di fabbricazione americana TOW che gli Stati Uniti hanno inviato in grosse quantità ai ribelli siriani “moderati”. Questo tipo di arma è stata ampiamente utilizzata dal Free Syrian Army per distruggere i mezzi corazzati dell’esercito di Bashar al Assad. Gli Stati Uniti cominciarono la fornitura di questo tipo di armi ai gruppi ribelli siriani fin dal 2014. Assieme all'invio di armi, il Pentagono aveva iniziato in Turchia e Arabia Saudita anche un programma di addestramento di combattenti siriani per poi essere inviati a lottare contro le truppe di Damasco però l’addestramento dei miliziani si è rivelato un insuccesso. Molti di loro sono stati catturati o uccisi dagli islamisti del Fronte Al Nusra, affiliato ad Al Qaeda. Il 10 ottobre dell’anno scorso, Washington decise di mettere fine al programma. “In questo momento ci stiamo focalizzando sull'aspetto dell’equipaggiamento piuttosto che su quello formativo” aveva spiegato il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, John Kirbyun.

Alcune delle armi in vendita su Facebook potrebbero essere finite nelle mani degli estremisti islamici che combattono in Siria. E’ stato provato infatti che i membri della pagina sono legati ai gruppi Ahrar Al-Sham e il Fronte islamico, entrambi con connessioni con Al Qaeda.

Tra le offerte, oltre al già citato lanciamissili TOW, c’era anche un MANPADS (acronimo di Man-portable air-defense systems, ovvero, un sistema missilistico antiaereo a corto raggio trasportabile a spalla) in grado di abbattere un jet civile o militare. Il prezzo 67mila dollari.

Dopo le segnalazione degli utenti, Facebook ha provveduto a chiudere la pagina.

E proprio ieri lo Stato islamico ha diffuso un video di 25 minuti in cui i volti di Jack Dorsey (Ceo di Twitter) e di Mark Zuckerberg appaiono crivellati dai fori di proiettile. Il video di propaganda dell’organizzazione terrorista appare come una risposta alla chiusura di migliaia di profili degli estremisti islamici da parte dei due social network. Nel video, i jihadisti affermano di controllare più di 10mila account di Facebook e 5mila profili Twitter.

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