Irruzione della polizia israeliana in due librerie di Gerusalemme. Arrestati i proprietari palestinesi
Non bastavano i blitz nelle case e negli uliveti dei palestinesi in Cisgiordania, né il massacro in corso a Gaza. La polizia israeliana infatti ha fatto irruzione ieri anche in due librerie palestinesi nel cuore di Gerusalemme Est occupata – Educational Bookshop – sequestrando numerosi libri e arrestando due persone, ovvero il titolare Mahmud Muna e suo nipote Ahmad Muna. L'episodio, confermato dai familiari degli arrestati, ha suscitato un'ondata di indignazione internazionale e riacceso il dibattito sulla libertà di espressione nei territori occupati.
"I poliziotti hanno preso ogni libro con una bandiera palestinese"
Le immagini delle telecamere di sicurezza mostrano agenti di polizia intenti a riempire sacchi della spazzatura con libri prelevati dagli scaffali della Educational Bookshop, una vera e propria istituzione culturale fondata nel 1984 diventata nel corso di 40 anni un punto di riferimento per la comunità palestinese e non solo. "Usavano Google Translate sui libri e poi li prendevano", ha detto Mourad Muna, fratello di Mahmoud. "Hanno persino trovato un giornale (israeliano) Haaretz con una foto degli ostaggi e hanno chiesto cosa fosse, dicendo che era istigazione. Hanno preso ogni libro con una bandiera palestinese".
Mahmoud e Ahmed Muna sono stati arrestati con l'accusa di "vendita di libri contenenti incitamento e sostegno al terrorismo". Un tribunale israeliano ha prorogato la loro detenzione di 24 ore, seguita da cinque giorni di arresti domiciliari, respingendo la richiesta della polizia di estendere la custodia a otto giorni. All'udienza erano presenti rappresentanti diplomatici dell'Unione Europea, di diversi stati membri dell'UE, del Regno Unito e del Brasile, segno dell'attenzione internazionale sull'episodio.
Secondo la polizia israeliana, nei negozi sarebbero stati trovati "numerosi libri con contenuti incitatori a sfondo nazionalista palestinese". Tra questi, un libro da colorare per bambini intitolato "Dal fiume al mare", un'espressione che divide profondamente israeliani e palestinesi.
Un simbolo culturale palestinese sotto attacco
La Educational Bookshop, fondata quasi quarant'anni fa sulla centrale via Salah el Dein, è molto più di una semplice libreria. Con una sezione in arabo e una in inglese, è un luogo di incontro per palestinesi, israeliani e stranieri, oltre che un presidio di resistenza culturale. Il gruppo "The Time Has Come", che promuove la pace tra ebrei e palestinesi, ha definito la libreria "una parte essenziale del futuro condiviso che immaginiamo per Gerusalemme". In una nota, l'organizzazione ha sottolineato come gli arresti e le confische "non solo violano il diritto alla libertà di espressione e di informazione, ma mettano a rischio il futuro stesso della città".
Anche Francesca Albanese, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite per i Territori Palestinesi, ha espresso sconcerto per l'irruzione, definendo la libreria "un faro intellettuale e un gioiello a gestione familiare che resiste alla cancellazione della cultura palestinese sotto l'apartheid". Albanese ha inoltre esortato la comunità internazionale a Gerusalemme a "mostrare sostegno alla famiglia Muna e proteggere questo spazio vitale".