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Irlanda, la proposta della chiesa cattolica: “Cambiare i nomi di Natale e Pasqua”

Un prete irlandese chiede che i nomi continuino ad essere utilizzati dai non credenti per le loro feste e che i cristiani comincino ad usarne altri per contrastare la secolarizzazione dell’Occidente.
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Cambiare il nome di Natale e Pasqua, in quanto ormai la gente non le considera più delle feste sacre. E’ la proposta di un sacerdote cattolico che esercita il suo ministero di parroco in Irlanda, padre Desmond O’ Donnell, il quale ritiene che “ormai abbiamo perso Natale, così come abbiamo perso Pasqua e dovremmo abbandonare questi nomi. Ormai sono stati dirottati verso altro. Dobbiamo riconoscerlo ed accettarlo.” Padre O'Donnell vive in un Paese colpito, negli ultimi anni, dagli scandali per la pedofilia del clero e dove la Chiesa ha un ruolo sempre più marginale, come dimostra il recente referendum sui matrimoni gay, che i il mondo cattolico ha perso rovinosamente.

Quanto c’è di religioso, ormai, nei festeggiamenti per il Natale e la Pasqua? Che senso hanno le immagini di Babbo Natale ovunque, la compravendita sfrenata di regali, i pranzi e le cene luculliane senza poi partecipare a funzioni religiose o ricordare la figura di Gesù? Poco o nulla, secondo padre Desmond, che propone il cambio di nome a queste feste. “Bisogna lasciare uno spazio ai credenti, per i quali Natale non ha nulla a che vedere con Babbo Natale. – ha spiegato il sacerdote irlandese – I non credenti meritano ed hanno bisogno anche loro di festeggiare: è una essenziale dinamica umana, ne abbiamo bisogno tutti visto che la vita è difficile.”

La soluzione più semplice, ma anche più dirompente? Cambiare il nome alle feste più amate e sacre per i cristiani, il Natale e la Pasqua, scegliendo altre parole per rappresentare questi giorni. Natale significa “nascita”, Pasqua “passaggio” dal vecchio al nuovo e magari è possibile trovare dei sinonimi oppure delle nuove espressioni per gli stessi concetti. Quella di padre Desmond è probabilmente una provocazione: magari il suo obiettivo è quello di far riflettere su cosa siano diventate oggi le feste cristiane nell’Occidente secolarizzato, in cui sempre meno gente frequenta le chiese ed in cui il consumismo ha trovato un freno esclusivamente nella crisi economica.

Sempre più spesso si assiste ad una “decristianizzazione” di feste che dovrebbero avere Cristo al proprio centro. Queste ricorrenze, invece, per molti sono svuotate del loro significato religioso e non sono altro che un motivo per fare festa e non recarsi al lavoro. Natale e Pasqua rischiano di fare la fine delle feste che queste due celebrazioni hanno soppiantato molti secoli fa. Il ricordo della nascita di Gesù, il Natale, ha infatti sostituito nel Quarto secolo la festa pagana del “sole invitto”, celebrata dagli antichi romani; la Pasqua cristiana ha, invece, preso il posto della Pasqua ebraica: gli antichi ebrei celebravano la fine della schiavitù del loro popolo dal dominio egiziano; i cristiani, invece, da venti secoli celebrano la resurrezione di Cristo.

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