Iraq, Usa scatenano raid su Falluja: morti 250 combattenti dell’Isis
L'attacco terroristico all'aeroporto di Istanbul ha scatenato una rappresaglia degli Stati Uniti. Secondo la stampa americana, che riporta la notizia, nella notte un raid di aerei statunitensi su Falluja avrebbe provocato la morte di almeno 250 combattenti dell'Isis, che secondo le informazioni pervenute ai servizi americani, si stavano muovendo in un convoglio passando per i dintorni di Falluja, in Iraq.
Secondo i servizi segreti americani, l'attacco di Istanbul mostra chiaramente la firma dell'Isis. Ne è convinto il numero uno della Cia John Brennan, che in un'intervista rilasciata a Yahoo News ha dichiarato: "Sono preoccupato, dal punto di vista di un professionista dell’intelligence che guarda alle capacità dell’Isis e alla sua determinazione a uccidere il maggior numero di persone e a condurre attacchi all’estero. Sarei sorpreso se non stesse cercando di pianificare un attacco negli Stati Uniti". Pochi dubbi, insomma, secondo la Cia riguardo a Istanbul e qualche incertezza, invece, su possibili attacchi in territorio statunitense, di cui attualmente pare non esista alcuna avvisaglia o segnale d'allarme concreto.
Una fonte militare ha dichiarato alla Bbc che i miliziani uccisi nel corso del raid si erano radunati nell'area di al-Ruwaila con l'intenzione di attraversare il deserto fino ad al-Qaim, nella provincia di Anbar, al confine siriano, città in mano al Califfato. I combattenti sopravvissuti all'attacco statunitense sarebbero fuggiti verso i vicini laghi Razzaza e Habbaniya.
La strategia dell'Isis però è chiara: attentati in territorio straniero, programmati in maniera tale da essere "spettacolari", in luoghi simbolo come gli aeroporti, ma anche in posti più normali come i bar di Parigi e il Bataclan attaccati il 13 novembre scorso e, soprattutto, che riescano a mietere più vittime possibili.