Iraq, scultore di 17 anni sfida l’Isis ricostruendo le opere distrutte
C'è chi combatte lo Stato Islamico con le armi in pugno, chi lo fa con l'informazione e chi, invece, utilizza la sua manualità. Nenous Thabit, un ragazzo iracheno di 17 anni, ha deciso di dare un contributo alla lotta al fondamentalismo ricostruendo alcune opere d'arte distrutte dal califfato. I miliziani hanno distrutto gran parte del patrimonio artistico dell'Iraq, per questo Nenous ha deciso di impegnarsi a ricreare copie fedeli. "Il mio sogno è diventare un grande scultore, rendere orgoglioso il mio Paese e dimostrare al mondo che amiamo il nostro patrimonio artistico". Quella del 17enne è una vera e propria missione non priva di rischi: l'area archeologica di Mosul, infatti, venne distrutta lo scorso anno dall'Isis perché ritenuta piena di simboli pagani. Ricostruire quei simboli ha quindi un valore non solo materiale ma anche politico: "In Iraq – afferma Nenous alla Cnn – ci sono persone che vengono uccise solo perché sono scultori, perché sono artisti. L'Isis li vede come apostati. Continuare a scolpire significa che non sono intimidito da questi demoni".
Il giovane, cresciuto a Mosul e che ora vive a Erbil, ha già ricostruito una ventina di statue e bassorilievi. I suoi manufatti riproducono le creature e gli dei assiri presi di mira dai miliziani del Califfato. La sua scultura preferita è una replica di un Lamassu, un essere soprannaturale con la testa di un uomo, il corpo di leone, i piedi di manzo e dotato di ali di avvoltoio.