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Iraq, ritrovata Christina la bambina rapita tre anni fa dall’Isis. La mamma: “Un miracolo”

Christina, la bambina cristiana irachena rapita dai terroristi dell’Isis nel 2014, ha finalmente riabbracciato i genitori. La piccola sarebbe stata “adottata” da un’altra famiglia che l’ha trovata abbandonata vicino ad una moschea a Mosul due anni fa.
A cura di Mirko Bellis
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Christina dopo la sua liberazione (FotoTwitter @thestevennabi)
Christina dopo la sua liberazione (FotoTwitter @thestevennabi)

“Rivedere mia figlia è un miracolo”, sono state queste le prime parole di Ayda, la mamma di Christina Abada, la bambina cristiana irachena rapita nel 2014 dai terroristi dell’Isis. Dopo tre lunghi anni, nei quali la donna di 46 anni non ha mai perso la speranza di ritrovarla sana e salva, finalmente ha potuto riabbracciare la piccola che adesso si trova assieme ai genitori nel campo profughi a Ashti, vicino ad Erbil, nel Kurdistan iracheno.

Christina aveva appena tre anni quando fu strappata dalle braccia della mamma. Nel luglio del 2014, quando i miliziani del sedicente Stato islamico occuparono Mosul e la Piana di Ninive, più di 70.000 cristiani abbandonarono la zona. Le bandiere nere dell’Isis arrivarono anche a Qaraqosh, la città cristiana più importante dell’Iraq dove viveva la famiglia Abada con Christina e altri quattro figli.  "Mio marito era cieco e malato, non poteva fuggire – ha raccontato Ayda ricordando l’invasione dei fanatici – così ho detto ai miei ragazzi più grandi di lasciare la città. Siamo rimasti da soli con la nostra bambina più piccola. Pensavamo di essere al sicuro ma non immaginavamo quanto gli uomini dell’Isis potessero essere crudeli”. Messi di fronte alla scelta tra pagare la jizya (la "tassa" imposta dagli estremisti islamici ai credenti di altre religioni) o la conversione all'Islam, i genitori di Christina decisero di fuggire ma il pulmino nel quale viaggiavano fu intercettato dai miliziani e uno di loro, dopo aver visto la bimba, decise di rapirla. In tutto questo tempo, ogni tentativo della mamma di ottenere la liberazione di Christina fu inutile. L’unica cosa che Ayda riuscì ad avere fu una foto recente della piccola in cui appariva in buona salute.

Le speranze di trovare Christina si sono riaccese con l’avanzata delle truppe dell’esercito iracheno e la progressiva liberazione di Mosul e della provincia di Ninive dal potere del Califfato. Ayda si recava ogni nei campi d’accoglienza dove vivono migliaia di persone fuggite dalla barbarie jihadista, chiedendo a tutti se l’avessero vista. La storia del pellegrinaggio della mamma stringendo fra le mani la foto di Christina cominciò a diffondersi e in tanti si mobilitarono per aiutarla a ritrovare la bimba.

Il ritrovamento di Christina

Le storie di violenze e abusi subiti dalle migliaia di iracheni sequestrati dai jihadisti purtroppo non lasciavano molte possibilità di ritrovare la bambina ancora in vita.  In questi giorni, però, la svolta. Da Mosul sono arrivate informazioni che Christina fosse stata liberata dalle forze speciali irachene. Giovedì sera, una telefonata ha avvertito Elias, il fratello più grande, che finalmente poteva andare a Mosul a riprendere la sorella. Secondo quanto si è appreso, Christina sarebbe stata “adottata” da una famiglia di Mosul che l’avrebbe trovata da sola e in lacrime vicino ad una moschea più di due anni fa. Non è ancora chiaro se la bambina sia stata abbandonata dai miliziani dell'Isis o se piuttosto sia stata venduta o "affidata" alle persone che l'hanno tenuta tutti questi anni.

“Sono scioccata – ha detto la mamma– è cambiata così tanto che quasi non la riconosco più”. Anche la bambina stenta a comprendere di essere ritornata tra le braccia dei suoi genitori. “Non ricorda nulla, è ancora abituata a stare con la famiglia con cui viveva”, ha assicurato la donna. La piccola, con addosso un crocifisso di legno, sembra in un buone condizioni fisiche anche se appare un po’ frastornata dalla presenza di parenti e conoscenti che affollano il piccolo prefabbricato dove vivono i genitori. Ciò che è evidente anche dal video del suo ritorno a casa è che Christina, che adesso ha sei anni, non parla e non risponde alle domande. “Cercheremo di farle ricordare i momenti passati assieme e, soprattutto, che sono io la sua vera madre”, ha ribadito Ayda. "Ringraziamo Dio che l'ha salvata dall'Isis", ha aggiunto il padre. E’ difficile immaginare cosa abbia vissuto questa bambina in mano ai suoi rapitori, ma l’affetto dei suoi genitori e il tempo forse riusciranno a farle dimenticare i terribili momenti del suo sequestro.

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