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Iraq, Obama: “Non invieremo truppe, proseguiremo azione diplomatica”

Il presidente americano ha ribadito il suo no a un intervento militare diretto nel Paese ma ha offerto aiuto a Bagdad. In Iraq oscurati siti e social network.
A cura di Susanna Picone
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In merito a quanto sta accadendo in Iraq il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha tenuto un discorso alla Casa Bianca durante il quale ha detto che non saranno inviate truppe nel Paese. “Le forze di sicurezza irachene purtroppo hanno dimostrato di non essere capaci di difendere alcune città. E il popolo iracheno è ora in pericolo”, ha aggiunto Obama dicendo che gli Stati Uniti offriranno lo stesso un aiuto a Bagdad. Il presidente americano ha spiegato che proseguirà con un’intensa azione diplomatica nella regione. Gli Stati Uniti – ha detto ancora – “hanno interesse che la situazione sia risolta, nessuno vuole che l’Iraq finisca nel caos”. Ma il messaggio di Obama è chiaro: “Gli Stati Uniti non si impegneranno in azioni militari in assenza di un piano politico da parte degli iracheni”. Spetta a Bagdad, secondo Obama, rispondere in primis all’emergenza. Obama ha spiegato come gli interessi americani nel Paese siano enormi e per questo ha chiesto al consiglio per la sicurezza di rivedere le opzioni e “valutare con attenzione la situazione”.

L'Onu denuncia vittime civili in Iraq

Da Ginevra, intanto, la commissione dell'Onu per i diritti umani ha confermato le esecuzioni sommarie di civili e soldati. Diciassette persone sono state uccise in una strada di Mosul. Secondo quanto detto dal portavoce dell'Alto commissario delle Nazioni Unite, Rupert Colville, nei giorni scorsi In Iraq sono stati assassinati in centinaia e i feriti sono almeno un migliaio. Un bilancio ufficiale delle vittime non esiste. I miliziani jihadisti dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isil) hanno conquistato nella notte altre due città nell’Iraq orientale, della provincia di Diyala, Sadiyah e Djalaoula. Ed è arrivato l'appello della massima autorità religiosa sciita dell'Iraq, il Grande Ayatollah Ali al Sistani, che ha esortato a prendere le armi contro i jihadisti sunniti dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante: “I cittadini che sono in grado di impugnare armi e combattere i terroristi, difendendo il loro Paese e il suo popolo e i suoi luoghi santi, dovrebbero presentarsi volontari ed entrare nelle forze di sicurezza per raggiungere questo obiettivo santo”.

Oscurati in Iraq social network e altri siti

Facebook, Instagram, Youtube: sono alcuni dei siti e dei social network che sono stati oscurati oggi in Iraq. I jihadisti dello Stato islamico in Iraq e nel Levante (Isil) sono molto attivi sui social media, in particolare su Twitter, dove hanno postato video della loro conquista di Mosul. In un messaggio postato nei giorni scorsi l’Isil aveva ringraziato Allah per aver “dato Twitter ai mujaheddin” perché consente loro di annunciare le “vittorie in battaglia” senza dover “ascoltare Bbc, al Arabiya, Al Jazeera”.

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