Iraq, l’esercito attacca un campo di rifugiati iraniani: almeno 28 morti e 380 feriti
Almeno 28 persone sono morte oggi e più di 380 sono rimaste ferite in un attacco perpetrato dall'esercito iracheno conto un campo di rifugiati iraniani ad Ashraf, nordest di Bagdad, secondo quanto ha comunicato un portavoce del campo. Secondo le ultime informazioni alcuni veicoli armati e più di duemila soldati iracheni avrebbero fatto irruzione all'alba nel campo e l'aggressione sarebbe ancora in corso.
Tra i morti ci sono sei donne e la maggior parte dei feriti presenta lesioni da armi da fuoco a causa degli spari delle truppe irachene e molti di loro verserebbero in gravissime condizione. Tuttavia, non può essere scartata l'ipotesi che in realtà i morti siano molti di più e, tra l'altro, i feriti non potrebbero ricevere cure adeguate visto che l'ospedale di Ashraf è molto piccolo e poco attrezzato. Secondo Mohamed Eghbal, portavoce del campo, l'attacco è stato ordinato dalla Guida Suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei (che nel frattempo deve anche far fronte alle proteste in corso in Iran), ed eseguito dalla truppe inviate dal primo ministro iracheno, Nuri al Maliki, che hanno attaccato i rifugiati che, tra l'altro, sono completamente disarmati.
Dall'alba, secondo Eghbal, il capo è occupato da 70 carri armati e blindati e da più di 2.000 soldati nell'ennesima aggressione armata che i rifugiati iraniani, scappati dal regime, sono costretti a subire. "Se le Nazioni Unite e gli organismi internazionali non mettono fine a questi abusi, ci sarà un bagno di sangue e moriranno centinaia di persone" aveva denunciato questo fine settimana il portavoce dei rifugiati Shahriar Kia, il quale aveva anche chiesto alla forze irachene di mettere fine a queste azioni "illegali".
Nel campo di Ashraf risiedono da quasi venti anni, 3.400 oppositori del regime iraniano e già nel 2009 subirono l'aggressione delle forze di sicurezza irachene che allora provocarono la morte di 11 persone ed il ferimento di altre 500.