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Iraq, inviato Onu: “Scoperte 50 fosse comuni nei territori che erano in mano all’Isis”

La denuncia dell’inviato dell’Onu in Iraq, Jan Kubis: “Crimini di guerra e persino genocidio”
A cura di Antonio Palma
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"Sono le prove dei crimini atroci commessi dallo Stato islamico nel Paese", così l'inviato dell'Onu in Iraq, Jan Kubis, ha rivelato la terribile e macabra scoperta di ben cinquanta fosse comuni nei territori in precedenza occupati dalle milizie del Califfato islamico e poi riconquistati dalle truppe governative di Baghdad. La rivelazione è arrivata durante il suo discorso al consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite parlando dei  "crimini atroci" commessi dai jihadisti in Iraq. Le fosse comuni sarebbero state scoperte negli ultimi mesi in diverse aree e città del Paese che man mano venivano riconquistate e passavano sotto il controllo del governo iracheno a seguito dell'offensiva contro lo Stato Islamico.

In particolare, secondo quanto rivela la Bbc, fosse comuni piene di cadaveri sarebbero state trovate a Sinjar nel nord dell'Iraq, nei pressi di Anbar nell'Iraq occidentale e a Tikrit, nel nord del paese, ma soprattutto a Ramadi, dove in una fossa rinvenuta ad aprile in un campo da calcio sono stati trovati almeno 40 corpi. Tra gli uccisi e gettati nelle fosse vi sono soldati iracheni, ma anche donne e persone della minoranza Yazidi. "Condanno nei termini più forti possibili le continue uccisioni, i rapimenti, gli stupri e le torture perpetrate dall'Isis contro gli iracheni;  possono costituire crimini contro l'umanità, crimini di guerra e persino genocidio" ha sottolineato Kubis al consiglio di Sicurezza Onu in qualità di rappresentante speciale delle Nazioni Unite per l'assistenza all'Iraq .

Sottolineando la grave situazione umanitaria del Paese, "una delle peggiori di questi anni con 10 milioni di persone che necessitano di aiuti, e con altri 2 milioni di sfollati che potrebbero aggiungersi entro la fine dell’anno", il rappresentante Onu ha ricordato che sconfiggere militarmente lo Stato Islamico non basta perché servono riforme politiche. "L’estremismo trae beneficio dall’instabilità politica e dalla mancanza di riforme", ha proseguito Kubis ricordano che per questo molti rifugiati e sfollati si rifiutano di tornare a casa, nonostante le loro zone non siano più sotto il controllo dell’Isis,  proprio per l'instabilità e i problemi di sicurezza.

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